E’ morto Ermete Fiaccadori presidente dell’Anpi di Reggio Emilia
Aveva 80 anni. E’ stato presidente della Reggiana e di Festareggio
Reggio Emilia Ermete Fiaccadori non c’è più. Si è spento nelle scorse ore a 80 anni una delle personalità più riconoscibili della vita civile di Reggio Emilia, un uomo che ha intrecciato il proprio percorso con alcune delle colonne portanti della comunità reggiana: il movimento cooperativo, la Reggiana Calcio, Festareggio, l’Anpi. Figlio di un partigiano, cresciuto in un ambiente dove l’impegno democratico e antifascista non erano slogan ma pratica quotidiana, Fiaccadori ha attraversato decenni di storia cittadina con ruoli diversi e una coerenza rara. Nel 2016 era diventato presidente provinciale dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia: il primo a non aver combattuto in prima persona durante la guerra di Liberazione, scelta che segnò un passaggio generazionale importantissimo per l’Anpi e che affidò a lui il compito di custodire e traghettare i valori della Resistenza verso il futuro.
Dalla Reggiana a Festareggio
Prima di quell’incarico aveva scritto pagine sportive rimaste nella memoria collettiva: da presidente della Reggiana Calcio guidò la società negli anni della crescita e delle grandi ambizioni fino alla Serie A, contribuendo a consolidare nel territorio un legame identitario profondissimo con i colori granata. Parallelamente è stato per decenni direttore di Festareggio, l’ex Festa dell’Unità provinciale al Campovolo, che sotto la sua gestione divenne una delle manifestazioni popolari più frequentate del Paese. Nel suo curriculum compaiono inoltre la lunga esperienza nel mondo cooperativo, incarichi nell’amministrazione della società aeroportuale, la responsabilità di tesoriere di partito e l’attività politica: dal Pci al Pd, passando per tutte le evoluzioni intermedie di una storia collettiva che Fiaccadori ha sempre vissuto da protagonista, con un forte senso di responsabilità e appartenenza. Sino all’ultimo è stato un punto di riferimento per l’associazionismo locale e per chi lavora alla trasmissione della memoria antifascista. Chi lo ha conosciuto racconta una persona pragmatica, capace di costruire relazioni, di tenere insieme mondi diversi e di spendere la propria energia per la città.
