L'allarme Fiab dopo l'investimento in via della Canalina: «Più controlli e meno velocità: serve la Città 30»
La nota dell’associazione Reggio Emilia Tuttinbici, dopo che la 24enne è stata investita in città sabato mattina
Reggio Emilia Fiab Reggio Emilia Tuttinbici «esprime profonda costernazione per il gravissimo investimento avvenuto nelle scorse ore in via della Canalina, in cui una persona di 24 anni è stata travolta mentre attraversava le strisce pedonali da una persona alla guida di un’auto». Un episodio che arriva a distanza di una sola settimana dalla morte di Viola Mazzotti, uccisa a Bologna mentre si spostava in bicicletta. Nelle stesse ore, inoltre, un ragazzo di 23 anni è piombato con la sua auto nel giardino di un’abitazione, riportando ferite molto gravi.
«Ad un anno e mezzo di distanza dall’elezione del sindaco Massari rinnoviamo a lui, alla giunta e al Consiglio comunale le nostre richieste per promuovere una mobilità attiva e sicura in questa città:
- Moderazione della velocità: occorre attuare una decisa politica di riduzione del traffico automobilistico superfluo e di moderazione delle velocità. C’è un Biciplan approvato che prevede la costruzione della città 30 e delle zone residenziali a traffico moderato. La misura non è però inserita nelle linee programmatiche di mandato. Non possiamo tollerare ancora feriti o morti considerato che questa è la prima causa di mortalità nei giovani fino a 29 anni.
- Sicurezza stradale: bisogna rincorrere gli standard europei perché siamo molto in ritardo sulla attuazione della direttiva zero morti e feriti gravi sulla strada. Chiediamo prevenzione perché le statistiche nella sicurezza stradale corrispondono a persone morte e ferite: dobbiamo evitarle, non contarle. Serve eliminare gli stalli sosta in prossimità degli attraversamenti e favorire la visibilità, ripristinare tutti gli accessi delle scuole in aree perdonali e non in sede stradale e introdurre soluzioni di urbanista tattica per restituire più spazi alle persone, vanno realizzati gli attraversamenti rialzati e le intersezioni devono essere messe bene in evidenza. Va ripensata anche la sosta disincentivano auto SUV e RAM. Vogliamo quindi conoscere il piano di attuazione della direttiva Visione Zero di Reggio Emilia.
- Implementazione e manutenzione di una rete ciclabile efficace: va superato il sistema delle ciclopedonali – che non corrispondono e non vanno confuse con strade residenziali o ciclabili - e bisogna arrivare alla separazione degli spazi ciclabili e pedonali. Le ciclopedonali sono un grande problema reso ancora più evidente da un aumento degli utenti a piedi e in bici e dalle bici elettriche e cargo che circolano: se un ciclista deve schivare un pedone non deve rischiare di essere investito. E va garantita la manutenzione della rete esistente (fondo, verde e segnaletica) che è parte integrante della rete e non elemento accessorio.
- Una visione cittadina orientata non all’auto-dipendenza: chiediamo un progetto complessivo di mobilità che metta al centro la persona e non l’automobile, cioè una città a misura di persone per davvero, più vivibile, sicura e sostenibile e che non dipenda solo dalla voce di un unico Assessorato ma che sia elemento di azione condivisa da tutto l’operato della Giunta: dalla cultura, alla scuola, alla vita del centro storico e alla cura dei quartieri.
«Ci rivolgiamo al sindaco – continua Fiab Reggio Emilia Tuttinbici – che ha tenuto le deleghe alla polizia locale. Siamo i primi a sapere che le persone in bici hanno diritti ma anche doveri, ma c’è assoluto bisogno di sanzionare i comportamenti pericolosi degli automobilisti e anche dei ciclisti, quando necessario. La differenza, lo ricordiamo, è che una persona in bici che commette un'infrazione non uccide ma spesso mette solo a rischio se stessa mentre un’auto che supera di soli 20 km/h la velocità consentita fa la differenza tra la vita e la morte. Auspichiamo tolleranza zero sull'uso di ciclabili usate come parcheggi, limiti di velocità ridotta non rispettati anche dove previsti, precedenze in carreggiata e negli attraversamenti non rispettate e uso sistematico dei cellulari alla guida nelle modalità non consentite dal codice della strada. Questi comportamenti vanno perseguiti se vogliamo che Reggio Emilia sia davvero una città delle persone e per farlo serve anche un numero adeguato di personale che giri in strada non solo su segnalazione e possibilmente anche in bici», conclude l’associazione.
