Gazzetta di Reggio

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Il caso

Uccise il vicino sul pianerottolo, il pm chiede 16 anni di pena per Riccardo Stefani

Serena Arbizzi
Uccise il vicino sul pianerottolo, il pm chiede 16 anni di pena per Riccardo Stefani

Bibbiano, la difesa chiede invece l’assoluzione: «Si è difeso da un’aggressione che stava avvenendo in casa sua»

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Bibbiano Ventiquattro anni, che con lo sconto di pena di un terzo per la scelta del rito abbreviato diventerebbero 16. Questa la richiesta di pena presentata dal pm Isabella Chiesi per Riccardo Stefani, accusato di omicidio volontario. Il fatto risale al 7 giugno 2024 tra le 21 e le 23: Riccardo Stefani è accusato di aver ucciso a coltellate Ilirjan Minaj, 61 anni, artigiano di origine albanese e suo vicino di casa nel palazzo di via Fratelli Corradini. Difesa e accusa sostengono due tesi contrapposte su quanto accadde quella sera. Secondo il pm, Stefani è colpevole e la parte civile, composta dalla moglie, casalinga, e dalla figlia, studentessa universitaria, di Minaj e rappresentata dall’avvocato Nino Giordano Ruffini, si è associata alla richiesta del pubblico ministero.

La difesa, rappresentata dall’avvocato Stefano Germini, sostiene invece che Stefani si sia legittimamente difeso da un’aggressione che stava avvenendo in casa sua. Il difensore ha puntualizzato che Stefani - che, in aula, è scoppiato a piangere - si sia difeso in modo proporzionato rispetto alle possibilità di quel momento in cui era chiuso in casa, con l’antagonista fuori dalla porta che cercava di entrare. La difesa ha dunque ricostruito come Stefani abbia cercato di allontanare Minaj dicendogli prima che avrebbe chiamato i carabinieri. Poi lo ha ferito al labbro con il coltello che stava usando per cucinare, attraverso la porta, per dissuaderlo dall’entrare in casa. Tuttavia non sarebbe servito e Minaj, per la difesa, avrebbe sfondato la porta a calci. Allora Stefani avrebbe cercato di allontanare Minaj mettendo il coltello attraverso il buco nella porta. La difesa sottolinea anche la presenza di almeno altre due persone, insieme a Minaj, mentre Stefani era in casa con la madre.

Del tutto opposta la ricostruzione dell’avvocato di parte civile Ruffini, che definisce «errata la ricostruzione offerta dall’imputato». Secondo la parte civile tutta la scena si svolge sul pianerottolo, con l’aggressione da parte di Stefani ai danni di Minaj. Stefani, sottolinea Ruffini, è un uomo molto più giovane di Minaj, che aveva 61 anni. Ruffini attacca la tesi della difesa secondo cui Minaj avrebbe tentato di rompere con un calcio la porta dell’appartamento, da cui deriverebbe l’ipotesi di legittima difesa dell’imputato. La parte civile puntualizza che l’aggressione è avvenuta sul pianerottolo a opera di Stefani e Minaj riporta prima una ferita al labbro e poi viene trafitto con un coltello da cucina da disosso con una lama da 13 centimetri, che lo colpisce uccidendolo. Ruffini sottolinea a più riprese come non sia vera la tesi secondo cui Minaj avesse tentato di rompere la porta per entrare da Stefani. E la parte civile indica come la propria tesi sia confortata da riscontri oggettivi. Ad esempio, gli schizzi di sangue per le scale. Minaj, infatti, una volta colpito ha cercato di fuggire ed è stramazzato lungo la scala. Il legale di parte civile sottolinea, inoltre, che la porta sia stata rotta da Stefani in un altro momento, dato che la madre dell’imputato, intimorita dal figlio, aveva cercato di chiuderlo fuori.