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Il caso

Quadro rubato di Ligabue: a Reggio Emilia il processo per l'opera da 300 mila euro

Serena Arbizzi
Quadro rubato di Ligabue: a Reggio Emilia il processo per l'opera da 300 mila euro

Il procedimento era stato aperto ad Aosta vede imputati Alessandro Parmiggiani, il curatore della mostra sul pittore al Forte di Bard, e Patrizia Lodi, la gallerista

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Reggio Emilia È stato trasferito da Aosta a Reggio Emilia il processo per ricettazione incentrato su un quadro di Antonio Ligabue. L’opera, “Autoritratto con spaventapasseri”, del valore che oscilla tra i 250mila e i 300mila euro, era risultata rubata da una villa di Boretto nel 1991: la proprietaria, Alba Gainotti (rappresentata ieri in aula dall’avvocato di parte civile Gioacchino Piazzolla dello Studio Troyer di Milano) ha riconosciuto l’opera mentre stava visitando una mostra al Forte di Bard, in Valle d’Aosta. Il processo vede imputati il curatore della mostra, Alessandro (detto Sandro) Parmiggiani, difeso dall’avvocato Noris Bucchi, e la gallerista Patrizia Lodi di Sala Baganza, Parma, assistita dall’avvocato Guido Camera.

Il quadro venne realizzato a fine anni ’50 e dopo il furto venne rimossa una libellula in alto a destra, poi ricoperta con i colori del cielo, per nascondere la provenienza dell’opera, secondo gli investigatori. Ieri mattina, davanti alla giudice è stata comunicata l’intenzione da parte del Forte di Bard di non costituirsi parte civile e di fare eventualmente valere i propri diritti in sede civile. Subito dopo è stato comunicato e accettato il legittimo impedimento dell’avvocato Bucchi a essere presente al processo perché impegnato in un’udienza in Cassazione. Nel trasferire a Reggio Emilia la sede del processo sono state accolte le richieste delle difese che avevano sollevato l’eccezione della competenza territoriale. I difensori avevano, infatti, argomentato che la competenza nel giudicare il fatto spettasse a Reggio Emilia e non ad Aosta.

Il fatto contestato come reato si sarebbe consumato a Reggio Emilia, con la consegna al corriere dell’opera e non ad Aosta. La proprietaria del quadro, Alba Gainotti, non si è mai arresa e ha sempre continuato a cercare il quadro nel corso degli anni. Nel corso della prossima udienza si discuterà dell’utilizzabilità di alcuni documenti depositati dalla parte civile. l© RIPRODUZIONE RISERVATA