Incendio a Mancasale, azienda distrutta. Il titolare: «Non è rimasto più nulla»
Reggio Emilia, il racconto della giornata e le parole di Gheorghe Martiniuc, della General Infissi: «Sono bruciate tutte le finestre che avevamo pronte da consegnare. Spero che l’assicurazione possa coprire i danni»
Reggio Emilia Di nuovo fumo nero sui cieli della nostra città. A dieci mesi dal rogo che distrusse lo stabilimento Inalca di via Due Canali, ieri mattina (2 dicembre) un nuovo incendio ha allarmato i cittadini reggiani. In via Ragazzi del ’99 a Mancasale erano passate da poco le 9 quando all’interno dell’azienda General Infissi si sono sviluppate le prime fiamme. A dare l’allarme due dipendenti della vicina Saf, un centro vendita di batterie al piombo per auto, moto e trattori. All’interno di General Infissi non c’era nessuno: «Siamo un’azienda che si occupa di sostituzioni di infissi in Pvc o alluminio, a quell’ora i dipendenti erano in giro per le consegne - spiega il titolare Gheorghe Martiniuc -. Siamo in affitto da due anni in quel capannone. A parte un muletto, non si è salvato nulla: sono bruciate tutte le finestre che avevamo pronte da consegnare, ma anche le gomme estive del camion. Sono svaniti anche i cerchioni».
Al momento le cause sono ancora in corso di accertamento ma sembra che le fiamme, partite dal primo piano dove si trova l’ufficio, possano essere scaturite da un corto circuito, forse generato da un frigorifero difettoso. Il grande capannone, oltre a General Infissi e Saf, ospita anche Mr Meccanica Reggiana - che non è stata interessata dalle fiamme - e Mga Automazioni Industriali, che ha avuto invece qualche dannegiamento causato dal fumo. I danni alle prime due ditte, invece, sono stati ingenti e ancora in fase di quantificazione, ma si parla comunque di migliaia di euro. «Non è rimasto più niente. Spero che l’assicurazione possa coprire i danni che ho subìto - continua Martiniuc -. Ho sette dipendenti e dovranno anticipare le ferie natalizie. Almeno fino a gennaio siamo fermi e non possiamo lavorare. Spero che i nostri clienti capiscano la situazione e ci vengano incontro».
I soccorsi si sono mobilitati in forze. Sul posto sono arrivate ben otto squadre dei vigili del fuoco, provenienti sia da Reggio Emilia che da Sant’Ilario, con due autobotti, due autoscale (una in supporto da Modena), carro aria e personale tecnico funzionario per un totale di 20 pompieri. Oltre a loro anche un’ambulanza del 118 - che è tornata senza caricare nessuno in quanto non ci sono stati feriti o intossicati - ma anche la polizia di Stato, la polizia locale, la Protezione civile e Arpae. La stessa prefetta Maria Rita Cocciufa ha abbandonato l’incontro riguardante la diga di Vetto per seguire da vicino la situazione.
Le preoccupazioni iniziali erano che le fiamme potessero raggiungere il tetto, coperto da lastre di cemento amianto, e che quindi si disperdessero nell’aria le particelle di eternit. In un primo momento il Comune di Reggio aveva diramato un comunicato in cui invitava i cittadini a rimanere in casa e non aprire le finestre entro un raggio di un chilometro dal rogo. Per motivi di sicurezza sono state fatte evacuare anche le aziende e ditte che si trovano nei fabbricati vicini, tra cui anche la Legacoop Emilia Ovest, che lì a fianco ha un’enorme magazzino di stoccaggio delle merce oltre che diversi uffici.
L’intervento tempestivo dei vigili del fuoco ha evitato che l’incendio si propagasse in tutta la struttura, limitandolo in una porzione del fabbricato. Le operazioni sono terminate dopo circa 5 ore, alle 14.30. Dopo che i vigili del fuoco hanno domato le fiamme e messo l’area in sicurezza, le forze dell’ordine, insieme ai tecnici dell’Arpae e dell’Ausl, hanno potuto eseguire i primi rilievi all’interno della struttura, sia per capire le cause dell’incendio che per scongiurare il pericolo amianto. Pare, però, che le fiamme abbiano intaccato solo il soffitto della struttura, non raggiungendo il tetto esterno. Questo, oltre all’assenza di vento che ha limitato il raggio d’azione del cono di fumo, ha fatto sì che si sia evitata la dispersione nell’aria di particelle tossiche e nocive di eternit. La paura tra i cittadini di Reggio Emilia è divampata ben presto. Negli occhi ci sono ancora le immagini del grande rogo all’impianto dell’Inalca e le successive (difficoltose) azioni di smaltimento e mappatura delle schegge di amianto che l’incendio aveva sparpagliato nelle zone limitrofe. Questa volta, almeno, il pericolo sembra sia scampato.
