Colpito con un sasso alla tempia davanti al Rockville: anche per la Cassazione non fu tentato omicidio
Castellarano: il giovane Giuseppe Checchia rimase in coma quasi un mese, riportando una invalidità. Il reato riqualificato in lesioni gravi
Castellarano Per la Cassazione il pestaggio davanti al Rockville non fu tentato omicidio. La Suprema Corte ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati difensori degli imputati, i legali Noris Bucchi per Kevin Coppolecchia e Roberto Ghini per Eugenio Daniele Vernucci. I due erano stati condannati in appello, lo scorso febbraio, a quattro anni e otto mesi con la riqualificazione del reato da lesioni personali gravi a tentato omicidio.
L’aggressione
Il fatto si verificò tra l’8 e il 9 ottobre 2022 quando vi fu uno scontro tra due gruppi di giovani, uno di Sassuolo e l’altro di Modena, fuori dal Rockville. Secondo quanto ricostruito, Coppolecchia diede un pugno in faccia a Giuseppe Checchia, che restituì il pugno, ma Vernucci colpì con una sassata alla tempia Checchia, che rimase in coma quasi un mese all’ospedale di Baggiovara, riportando un’invalidità del 17%. All’inizio veniva contestato il tentato omicidio. Il tribunale di Reggio Emilia aveva riqualificato il reato in lesioni gravi. Poi la Procura aveva impugnato e la Corte d’Appello aveva riqualificato il reato in tentato omicidio. A loro volta, i difensori hanno impugnato, chiedendo l’inammissibilità dell’appello e sottolineando come fosse corretta la qualificazione del tribunale di Reggio di lesioni gravi e non di tentato omicidio.
La Cassazione
La Cassazione ha accolto il ricorso. «Esprimo grande soddisfazione per l’esito del ricorso per Cassazione da noi proposto - afferma l’avvocato Noris Bucchi -. La Corte di Cassazione ha accolto il primo motivo del nostro ricorso, annullando senza rinvio la sentenza della corte d’appello, previa declaratoria d’inammissibilità dell’appello del pubblico ministero contro la sentenza del tribunale di Reggio Emilia del 27 marzo 2024, così dichiarando irrevocabile la sentenza del tribunale di Reggio Emilia che aveva riqualificato il reato da tentato omicidio a lesione personale grave, così come da noi auspicato». Anche l’avvocato Roberto Ghini esprime «tanta sodsdisfazione. Avevo sostenuto che si trattava di lesioni fin dall’inizio, così come l’inammissibilità dell’appello del pm, ora anche la Cassazione lo ha statuito. Si è trattato di lesioni e non si potrà più parlare di tentato omicidio, fu un fatto drammatico che non doveva accadere, ma furono lesioni. Siamo molto soddisfatti: l’attività di indagine è stata enorme». In primo grado Vernucci e Coppolecchia furono condannati a 4 anni. Vernucci ha quasi finito di scontare la pena ai domiciliari, mentre Coppolecchia ha optato per la richiesta di libertà e dovrà fare l’affidamento in prova ai servizi sociali.l
