Perché la Spongata è il dolce di Natale dei reggiani: il cuore della tradizione è a Brescello
Ricetta antica, diffusa nei conventi nel Medioevo e rilanciato dalle storiche famiglie artigiane nell’Ottocento: il suo nome in seguito si è legato anche a Don Camillo
Brescello Tra i dolci che annunciano il Natale sulle tavole dei reggiani, ce n’è uno che parla la lingua della Bassa e della sua memoria più autentica: la Spongata di Brescello. Una ricetta antica, custodita da generazioni, che affonda le radici nel Medioevo e nel patrimonio gastronomico dei monasteri del territorio, ma la cui origine è sicuramente anche di molto precedente. È comunque negli archivi che si trovano le prime tracce del dolce: il “Libro di spesa” del convento delle Benedettine, datato 1480, cita già la preparazione di quella che oggi riconosciamo come spongata. La sua diffusione sembra essere legata alla via Francigena, al passaggio dei pellegrini: la si trova oggi nelle sue declinazioni nelle zone attraversate dall’itinerario dall’Emilia alla Toscana, attraverso l’Appennino.
Gli ingredienti
Il cuore del dolce nasce dall’incontro tra miele, frutta candita, mandorle, pinoli, uvetta e diversi tipi di spezie, impastati con pazienza su grandi tavoli, secondo gesti che non cambiano da secoli. Il tutto racchiuso in un guscio di pasta frolla che, dopo la cottura, conserva la consistenza morbida e il sapore intenso del ripieno.
ll ruolo di Brescello
Nella sua storia, Brescello ha un ruolo fondamentale. È qui che l’antica ricetta venne recuperata nel 1830 dal sacerdote don Palazzi. A metà Ottocento furono poi le famiglie Bacchi, Farini e Benelli a strutturarne la produzione artigianale, contribuendo a farla conoscere fuori dai confini comunali. Tra i protagonisti, il laboratorio Bacchi, avviato nel 1863 con la registrazione del marchio, che sorgeva accanto alla stazione ferroviaria, in una elegante villa liberty che ne portava il prestigio anche nell’immagine. Quasi un secolo dopo, negli anni in cui Brescello divenne set cinematografico dei film di Don Camillo e Peppone, arrivò un’altra intuizione decisiva dei Bacchi: legare la Spongata al nome di Don Camillo. Il marchio venne registrato e iniziò una stagione di promozione che contribuì a farne un prodotto identitario di Brescello.
Spongata per le feste
Sulle tavole della provincia non manca mai: simbolo di festa e di una cultura gastronomica che si tramanda attraverso i sapori. Ogni fetta racchiude un po’ di storia della Bassa, un viaggio tra le spezie e la dolcezza del miele che da secoli accompagna il Natale reggiano. Un patrimonio da gustare e da continuare a tramandare.