Stoccata degli Industriali al sindaco: «Mai stati tanto distanti». Le critiche di Anceschi e la risposta di Massari
L’affondo durante il tradizionale incontro di fine anno, con chiaro riferimento alla perdita del polo della moda di Max Mara. «Reggio Emilia dovrà diventare neoindustriale»
Reggio Emilia «Non intendo fare giri di parole. L’anno che si chiude sarà ricordato come quello nel quale la distanza tra il mondo dell’industria e l’amministrazione reggiana ha toccato il suo massimo storico». E poi: «Il venir meno di uno dei maggiori investimenti industriali della storia di Reggio Emilia è una sconfitta per tutti e deve interrogare tutti». Una stoccata diretta a Massari. L’ha lanciata la presidente di Confindustria Reggio, Roberta Anceschi, durante il tradizionale incontro di fine anno organizzato dagli industriali, che si è svolto ieri nella suggestiva cornice di Ruote da Sogno: “2026 World Overview” ha rappresentato un’ occasione di confronto sulle dinamiche economiche, tecnologiche e geopolitiche che hanno governato quest’ultimo anno, ma anche su quelle che caratterizzeranno il 2026, ormai alle porte.
L’evento
L’evento, condotto da Andrea Cabrini, Direttore di Class Cnbc, ha visto confrontarsi due opinion leader della portata di Paolo Magri, presidente del comitato scientifico di Ispi e Lucio Poma, capo economista di Nomisma. Il convegno è stato inoltre animato da contributi video e collegamenti in diretta con le corrispondenti Stefania Spatti dal Floor di Wall Street, cuore della finanza globale, Maria Vittoria Zaglio dal centro tecnologico Pulse AI - Station F di Parigi, epicentro delle startup tecnologiche, Elisa Piazza da Piazza Affari, barometro dell’economia italiana, e Marta Desantis dal Business Forum di Riad, finestra sul Medio Oriente. Ad aprire le danze sono state le forti parole pronunciate dalla presidente Anceschi. Parole rivolte non soltanto ai quattrocento presenti in sala, ma anche e soprattutto all’amministrazione comunale, responsabile, secondo la presidente, della profonda frattura che ad oggi la divide dal mondo dell’industria.
Le parole della presidente
«Oggi intendiamo offrire uno sguardo sul mondo, ricordando come le dinamiche globali influenzino profondamente imprese e comunità locali – ha iniziato Anceschi – . In un contesto internazionale plasmato da tecnologia e globalizzazione, l’Italia appare appesantita da questioni irrisolte, bassa produttività e scarsa capacità di innovazione». Secondo la presidente di Confindustria infatti la scarsa crescita prevista – del solo 0, 5% – per di più sostenuta quasi esclusivamente dal Pnrr, non può diventare la normalità: serve una nuova cultura dello sviluppo, fondata su libertà d’impresa, lavoro e giovani. «Gli industriali reggiani condividono la nostra posizione, chiedendo che la manifattura sia posta al centro delle politiche economiche. Le criticità principali sono quattro: il declino demografico e la mancanza di talenti; le trasformazioni profonde dei settori manifatturieri tradizionali; l’incertezza generata da geopolitica ed export; le difficoltà delle transizioni tecnologiche ed energetiche, che frenano gli investimenti».
Le critiche alla città
La nostra città, seppur forte, secondo Anceschi non può salvarsi da queste difficoltà. E se non può farlo, tra le altre cose, è per la pesante assenza di un sostegno da parte delle istituzioni: dopo la perdita del polo della moda, la distanza che separa Confindustria dall’amministrazione di Massari sembra essere incolmabile. E ieri, lo è stata ufficialmente. «Il Pil provinciale crescerà dello 0, 5%, meno del previsto, mentre permangono incertezza, rischi, silenzi che pesano e peseranno sempre di più», un altro affondo lanciato all’amministrazione. Ma quali sono, secondo la presidente di Confindustria, le strade percorribili oggi? «Per affrontare il futuro, il sistema economico di Reggio dovrà diventare neoindustriale, connesso globalmente e capace di competere su tecnologia, capitale umano e transizioni. In questa direzione vanno gli impegni territoriali di Confindustria Reggio: il Protocollo con l’Unione Montana per un nuovo Its, il progetto della Diga di Vetto, il Patto per lo sviluppo della Pianura reggiana per accedere ai fondi Ue 2028–2034, il sostegno al casello di Reggio Est e il nuovo Osservatorio sulla Società reggiana». Queste iniziative testimoniano la volontà di costruire una governance innovativa e partecipata dello sviluppo locale, basata sulla collaborazione con istituzioni, comuni e mondo produttivo. «L’obiettivo comune – conclude Anceschi – deve essere una rinascita fondata su un nuovo patto che unisca istituzioni, imprese e comunità. Come ricordava Einaudi nel 1946, “la resurrezione non è in altri, è in noi”: il futuro, dunque, è nelle mani di ciascuno di noi».
La risposta del sindaco
Non è tardata ad arrivare la risposta del sindaco, Marco Massari, che di fronte alle accuse mosse dalla presidente di Confindustria Reggio si è espresso così: «Il Comune è impegnato tutti i giorni nel dialogo con Confindustria, con le altre associazioni di categoria e con le imprese reggiane per portare avanti progetti con l'intento condiviso di portare sviluppo e progresso nel nostro territorio. Ci dispiace, perciò, che la presidente Anceschi abbia voluto definire l'anno passato come il punto più basso delle relazioni tra industriali e Comune perché non riconosce un lavoro importante che stiamo portando avanti insieme su tanti tavoli di confronto». Per il sindaco, «nessuna rinuncia ad investimenti è ascrivibile a scelte o comportamenti del Comune, che è sempre stato e sarà disponibile al confronto per riattivare interlocuzioni che non possono prescindere dalla volontà delle parti». Il tradizionale convegno di fine anno, pensato e organizzato per riflettere sugli scenari futuri, alla luce dei cambiamenti economici, geopolitici e tecnologici del presente, ha acceso dunque un botta e risposta tra Confindustria e amministrazione, permettendo, forse, di riflettere su quello che sarà il domani dell’impresa nella nostra città. © RIPRODUZIONE RISERVATA