Accusato di perseguitare l’ex moglie e i figli rifiuta il braccialetto elettronico: arrestato
Fabbrico: il 63enne è accusato di maltrattamenti in famiglia. Ora è agli arresti domiciliari
Fabbrico Da anni, dopo la separazione dalla moglie e in condizioni frequenti di abuso di alcol, ha reso impossibile la vita alla ex compagna e ai figli. Minacce, insulti, continue richieste di entrare in casa, citofonate notturne e comportamenti aggressivi. È quanto raccontato dalla famiglia ai carabinieri di Fabbrico, che al termine degli accertamenti hanno denunciato un 63enne con l’accusa di atti persecutori. La procura di Reggio Emilia, a seguito delle indagini dei militari, ha chiesto e ottenuto dal tribunale una misura cautelare che impone all’uomo l’allontanamento dall’abitazione e il divieto di avvicinarsi ai familiari, con il limite dei 500 metri e il divieto di contatti. Il provvedimento prevede anche l’uso del braccialetto elettronico. Quando il 3 dicembre i carabinieri si sono presentati per notificargli la misura, il 63enne si è rifiutato di accettare il dispositivo di controllo.
A quel punto i militari lo hanno arrestato e portato ai domiciliari, come disposto dall’ordinanza. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l’uomo da tempo viveva nella cantina dell’abitazione familiare e si opponeva alle richieste di lasciarla. In più occasioni tentava di entrare nell’appartamento, suonando insistentemente al citofono suo e dei vicini, urlando e colpendo il portone del palazzo. Rivolgeva inoltre frasi pesanti alla ex moglie e ai figli, con minacce di morte e insulti. In un caso ha colpito la figlia con schiaffi e un pugno allo sterno; in un’altra occasione ha urinato in piazza davanti al figlio dopo averlo minacciato. In un episodio più recente, l’uomo ha suonato a lungo il campanello dell’ex moglie pretendendo di salire in casa e, di fronte al rifiuto, ha iniziato a prendere a calci il portone, costringendo la donna a chiamare il 112. L’uomo, a seguito del rifiuto di indossare il braccialetto elettronico, è stato condotto in un domicilio dove dovrà rimaste in arresto. Le indagini della procura di Reggio Emilia proseguono. l R. P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
