Industriali e Comune: è arrivato il momento di decidere
Non è una diatriba tra i piani alti, ma un fatto inedito per la città, ma il futuro di Reggio vale di più: nessuno può fare da solo
Quello che è successo giovedì tra Confindustria e amministrazione comunale non è una provocazione. Non è una diatriba tra piani alti. Quello che è successo è un fatto. Da non confondersi con fatto personale, sarebbe riduttivo parlare di una polemica lanciata da Roberta Anceschi nei confronti di Marco Massari. È un fatto inedito per la città, una città che sta innegabilmente vivendo un momento di difficoltà. Prima quindi che il ragionamento si incarti in politichese, sarebbe opportuno sviscerarlo con una propensione al futuro.
Il 2026 sarà l’anno di metà mandato per Massari. Ci si arriva col fiatone di una politica che, in generale, fatica a fare la differenza. E ci si arriva con una amministrazione che, al punto di svolta, ha un dovere: scegliere. E ha anche un vantaggio: un sindaco non politico che, volendo, ha qualche libertà in più, anche se fino ad ora sembra non aver sfruttato questa autonomia in maniera vantaggiosa, rischiando di trasformarla in (auto?) isolamento. Una libertà che va esercitata con coraggio - lo stesso avuto da Confindustria nell’uscire allo scoperto - perché Reggio non si può permettere questa spaccatura che arriva alla vigilia di un bilancio che si preannuncia a dir poco complesso. E non solo su tasse e tributi. Il futuro di Reggio vale di più, nessuno può fare da solo e mai come oggi, dove i soldi non ci sono, pubblico e privato non possono viaggiare in senso opposto. Le priorità sono state messe sul tavolo. Ora basterebbe decidere, senza affogare tutto nella lungodegenza di un tavolo di confronto, dal quale ci si rialzerebbe tutti col mal di pancia, col rischio che si trasformi politicamente in un’ultima cena in salsa reggiana.