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Influenza, il picco atteso dopo Natale. A Reggio Emilia i casi già in aumento

Massimo Sesena
Influenza, il picco atteso dopo Natale. A Reggio Emilia i casi già in aumento

Eufemia Bisaccia è la direttrice del Servizio di Igiene pubblica: «Appello a vaccinarsi». Ci sono oltre 120mila dosi per la nostra provincia

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Reggio Emilia «L’appello è quello di vaccinarsi perché in questo modo proteggiamo noi stessi e le persone che ci stanno accanto». Eufemia Bisaccia è la direttrice del Servizio di Igiene pubblica dell’azienda Usl-Irccs di Reggio, e mentre si avvicina quello che tutti gli esperti indicano come il picco del virus, fa il punto della situazione sul nostro territorio. Il sistema di vigilanza Un punto che è da sempre possibile grazie all’opera dei cosiddetti medici sentinella, ovvero quei medici di base che segnalano ogni caso di influenza che li chiami in causa. Invero, da quest’anno, per questi professionisti sanitari che operano sul territorio, le incombenze sono cambiate, perché è cambiata la definizione di caso, dal momento che l’Italia si è adeguata a quelle che sono le direttive europee. Secondo queste linee guida, da quest’anno non si considerano casi da segnalare soltanto quelli con sintomi che, combinati insieme, fanno dire che abbiamo preso l’influenza.


La sorveglianza

«Da quest’anno – spiega la dottoressa Bisaccia – i medici deputati alla sorveglianza sanitaria devono registrare e segnalare anche i casi con un unico sintomo». Il primo obiettivo, per chi deve farsi carico di questa sorveglianza è registrare tutti i casi, classificarli nel modo giusto, districandosi così nella giungla dei diversi virus respiratori che in questo periodo proliferano in giro. Pensiamo ad esempio ai diversi virus respiratori che in un territorio inquinato come quello dell’Emilia Romagna sguazzano più che altrove dove l’aria è più pulita. Negli ultimi dieci giorni, anche a Reggio si registra un aumento di casi: in particolare si è passati da 7 a 9 casi per mille abitanti. Numeri ancora contenuti ma comunque destinati ad aumentare nelle prossime settimane. Da qui l’importanza di costruire un argine con la campagna di vaccinazioni che la Regione ha messo in campo già da metà ottobre e che, per quanto riguarda il nostro territorio ha già fatto breccia negli over 65 per una percentuale che supera il 50%. «Per questa fascia di persone – spiega la direttrice dell’Igiene pubblica dell’Ausl – la vaccinazione è fortemente raccomandata ed è anche quest’anno gratuita». Gratuita è anche per tutte le persone che soffrono di patologie croniche per le quali anche una banale influenza può avere conseguenze gravi: parliamo di persone affette da diabete o da malattie cardiovascolari. Gratuita è anche la vaccinazione per gli operatori sanitari e per chi svolge lavori di importanza sociale come insegnanti ed esponenti delle forze dell’ordine.

I numeri di Reggio

Per la campagna vaccinale di quest’anno la Regione Emilia Romagna ha messo a disposizione oltre un milione 100mila dosi. Di queste, 126.040 sono le dosi di vaccino destinate al territorio di Reggio Emilia. In quel numero ci sono diversi tipi di vaccino, a seconda delle persone a cui si rivolgono. Oltre 80mila, per esempio, sono destinate per le categorie più a rischio, ovvero gli over 65 e le persone affette da patologie croniche. Per queste persone si somministra un vaccino tetravalente, per tutte le altre categorie di persone il vaccino è quello trivalente che può essere abbinato anche a quello per prevenire il Covid. «Proprio la presenza ancora di casi di Covid, sia pure in una forma meno aggressiva – dice la responsabile dell’Igiene pubblica – è un motivo in più per vaccinarsi». Torna la fiducia L’altra novità di questa campagna vaccinale partita on ottobre è che dal primo gennaio il vaccino antinfluenzale sarà gratuito per tutti. «L’obiettivo di questa estensione della gratuità – spiega la dottoressa Bisaccia non è soltanto sanitario ma anche sociale, perché riduce il rischio che le attività economiche possano bloccarsi per il diffondersi del virus. Per questo, oltre alle persone fragili, oltre coloro che normalmente li assistono è importante che la protezione dal virus influenzale, così come dal Covid sia la più estesa possibile». Invero, su questo versante della consapevolezza dei cittadini circa l’utilità del vaccino antinfluenzale, i segnali sono positivi e nient’affatto scontati, soprattutto a cinque anni dalla pandemia, autentico spartiacque sul tema. «In effetti – ammette la dottoressa Bisaccia – nei primi due anni dopo la pandemia si è assistito a un calo vistoso del ricorso ai vaccini, a una certa stanchezza delle persone su questi temi. Ora, direi che da un paio d’anni a questa parte abbiamo invertito la rotta e le persone hanno ripreso a fidarsi dei vaccini».l © RIPRODUZIONE RISERVATA