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L’inchiesta

Maltrattamenti in casa di riposo: a denunciare gli abusi dei colleghi un’ex dipendente

Ambra Prati
Maltrattamenti in casa di riposo: a denunciare gli abusi dei colleghi un’ex dipendente

L’inchiesta riguarda la struttura Le Esperidi di Vezzano sul Crostolo: 4 gli indagati, per 2 sospensione dal lavoro

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Vezzano sul Crostolo Per due anni avrebbero maltrattato una decina di ospiti della casa di riposo Le Esperidi di Vezzano. Pazienti anziani, anche affetti da gravi malattie invalidanti, sarebbero stati strattonati durante le operazioni di cura, minacciati e insultati, presi a schiaffi. Gli ospiti avrebbero subito sofferenze fisiche e psicologiche continuative in un clima di costante sopraffazione. Sono comportamenti gravi, quelli scoperti - tramite telecamere nascoste e riprese audio e video - dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Castelnovo Monti coordinati dalla Procura di Reggio Emilia, guidata da Calogero Gaetano Paci.

Quattro operatori socio-sanitari della struttura, due uomini e due donne, sono indagati per maltrattamenti commessi da personale di cura. Il gup Luca Ramponi ha ritenuto sussistenti le prove e concreto il rischio di reiterazione del reato per i due uomini e ha disposto la misura cautelare della sospensione dall’esercizio di pubblico servizio per la durata di un anno per un 46enne e un 39enne, entrambi residenti nella nostra provincia. Nessuna misura invece per le due donne, di 57 e 32 anni. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2023 e l’inizio del 2025. Stavolta a far scoperchiare il caso non sono stati i familiari degli anziani ospiti, come accaduto in passato in altre strutture, bensì una segnalazione interna: un’operatrice socio-sanitaria, che non lavora più nella struttura, ha fatto nomi e cognomi dei colleghi che, a suo dire, si comportavano in una maniera inaccettabile con i pazienti. Da qui sono partite le approfondite indagini, supportate da varie testimonianze: è stato sentito quasi tutto il personale della Rsa. Ma per raccogliere prove sono state fondamentali le telecamere nascoste piazzate dai carabinieri nelle stanze degli ospiti e negli spazi comuni. Le registrazioni, diurne e soprattutto notturne, hanno documentato i maltrattamenti: degenti strattonati, minacciati e insultati, talvolta addirittura presi a schiaffi. Oppure comportamenti bruschi non giustificati dalle necessità assistenziali.

Le vessazioni, sia fisiche sia psicologiche, si sono ripetute nel tempo e hanno provocato sofferenze agli anziani, in condizioni di gravi fragilità. Dai filmati e da altre fonti di riscontro, secondo l’accusa, è emerso un quadro coerente di condotte abituali e sistematiche ai danni dei malcapitati ospiti. Gli approfondimenti sono tuttora in corso, ma a un certo punto la Procura ha deciso di agire per mettere in sicurezza i degenti e per evitare che potessero verificarsi altri casi. Il pm Maria Rita Pantani ha chiesto la misura cautelare per tutti e quattro gli operatori socio sanitari. Il rigoroso vaglio del gup Ramponi, invece, si è tradotto in un’ordinanza di diciassette pagine. Il giudice ha deciso di emettere la sospensione dal lavoro (e dallo stipendio) per i due operatori socio sanitari ritenuti responsabili dei comportamenti più gravi e abituali, mentre per le due donne il gup ha ritenuto che le intercettazioni audio-video non fossero determinanti e che gli altri elementi raccolti a loro carico fossero de relato (cioè riferiti, senza testimonianza diretta), oltre a sospettare che la denunciante avrebbe potuto avere dei motivi di rancore nei confronti delle ex colleghe. Ieri in tribunale si è svolto l’interrogatorio di garanzia per i due uomini: entrambi gli incensurati – su consiglio dei loro difensori, rispettivamente Alessio Fornaciari e Alex Silvestri – hanno preferito non rispondere alle domande, in attesa di studiarsi gli atti. «Il mio assistito non ha mai avuto guai con la giustizia e sta vivendo malissimo questa vicenda», ha detto l’avvocato Fornaciari. «Il mio è sorpreso dagli addebiti – ha fatto eco l’avvocato Silvestri – La situazione, dal punto di vista personale e famigliare, è molto pesante». Il pm Pantani intende richiedere un incidente probatorio sulle parti offese, cioè gli anziani: alcuni sono defunti, altri non in grado di testimoniare, perciò bisognerà capire quante e quali vittime siano in grado di raccontare cosa hanno subito. l © RIPRODUZIONE RISERVATA