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Beni confiscati

Le villette confiscate ai Sarcone ospiteranno famiglie in difficoltà: ecco quali sono

Ambra Prati
Le villette confiscate ai Sarcone ospiteranno famiglie in difficoltà: ecco quali sono

Reggio Emilia: all’inizio dell’anno il Comune inizierà i lavori nell’edificio di via Signorelli

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Reggio Emilia Il Comune di Reggio Emilia ha approvato il recupero e il riuso, a fini sociali, della villetta a schiera in costruzione (senza civico e al grezzo, con terreno connesso) di via Luca Signorelli a Pieve Modolena: diventeranno appartamenti temporanei per famiglie in difficoltà e spazi per servizi sociali. Lo stabile di Pieve è riconducibile ai Sarcone e, insieme alla villa di via Sant’Ambrogio a Rivalta di proprietà di Giuseppe Sarcone Grande – il maggiore dei fratelli, per il quale la Cassazione nel novembre scorso ha confermato in via definitiva la condanna a 16 anni e 8 mesi nell’ambito del processo “Perseverance bis” sui reggenti della ’ndrangheta – rappresentano gli immobili confiscati già nella disponibilità dell’amministrazione comunale. Dopo l’affidamento della progettazione, previsto entro la fine dell’anno, a inizio 2026 si procederà con l’affidamento dei lavori di via Signorelli, dove devono essere terminati quattro unità abitative su tre piani.

La giunta – dice la nota con cui il Comune ha dato l’annuncio – ha approvato la delibera per la ristrutturazione dell’immobile confiscato alla criminalità organizzata. Così ha preso il via l’iter per affidare la progettazione dell’intervento da 400mila euro, finanziato all’80% dalla Regione Emilia-Romagna, per restituire il bene alla collettività dandone la giusta valorizzazione sociale, anche in considerazione del valore simbolico di riscatto e promozione della cultura della legalità. All’interno dello stabile di via Signorelli – dice sempre il Comune – troveranno spazio soluzioni abitative temporanee per famiglie in difficoltà e verranno attivati presidi di prossimità per soggetti fragili e spazi per servizi socio-educativi territoriali. L’iniziativa rientra nelle strategie del Comune per fronteggiare la povertà e l’emergenza abitativa, fenomeni che si sono aggravati negli ultimi anni. L’intervento si inserisce all’interno del progetto “Beni Liberati, Comunità Rigenerate”, che coinvolge anche la Consulta della Legalità e l’associazione Libera contro le Mafie. L’amministrazione punta a dare nuova vita ai beni confiscati alle mafie, rafforzando in tal modo anche il patto per la legalità tra cittadini, associazioni e istituzioni. Liberare e riutilizzare i beni sequestrati rappresenta anche una grande opportunità per promuovere il bene comune e la giustizia sociale, come sancito dalla Legge Regionale 18/2016. Oltre all’immobile di via Signorelli, il progetto prevede il riuso – in futuro – dell’altro stabile in via Sant’Ambrogio nella zona di Rivalta. Il percorso che ha portato gli immobili nelle disponibilità patrimoniali dell’amministrazione comunale è partito nel luglio 2024, quando la prefettura di Reggio Emilia ha avviato una “Conferenza dei servizi” per decidere la destinazione di oltre 60 edifici confiscati nelle due province di Reggio e Parma, dove le confische sono state più consistenti. Alcuni immobili confiscati sono stati assegnati alle amministrazioni locali della nostra provincia. Sei di questi si trovano nel territorio del Comune di Reggio, già a buon punto nell’attrezzarsi per il riuso di queste abitazioni. l © RIPRODUZIONE RISERVATA