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Spintoni davanti alle scuole per i volantini neofascisti: cosa è successo davanti ai licei di Reggio

Jacopo Della Porta
Spintoni davanti alle scuole per i volantini neofascisti: cosa è successo davanti ai licei di Reggio

Blocco Studentesco in azione allo Spallanzani e al Chierici. Gli studenti del coordinamento Rabun: «Contestavamo il volantinaggio, siamo stati subito aggrediti con minacce e mani addosso dai fascisti»

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Reggio Emilia Tensione ieri davanti a due licei, Spallanzani e Chierici, in occasione del volantinaggio di alcuni attivisti di Blocco Studentesco, emanazione dell’organizzazione neofascista CasaPound. A raccontarlo sono gli studenti del coordinamento Rabun. «Appena abbiamo cominciato a contestare il volantinaggio e le idee che si celano dietro queste iniziative, siamo stati subito aggrediti con minacce e mani addosso dai fascisti, ma nonostante l’aggressione a freddo ci siamo difesi con prontezza e li abbiamo cacciati dalla scuola».

Gli attivisti di destra si sono presentati prima delle 8 davanti al liceo Spallanzani. «Erano in tre, ma dietro c’erano due persone più grandi», racconta una studentessa. Poi la scena si è ripetuta al Chierici dopo l’ultima campanella. Da quanto riferito alla Gazzetta dagli antifascisti, i gruppi contrapposti si sono spintonati ma nessuno si è fatto male. I volantini distribuiti da Blocco Studentesco contengono le parole d’ordine tipiche della destra, di quella estrema ma in alcuni passaggi anche di quella più istituzionale. Si parla di “identità cancellate”, “tradizioni distrutte”, della “nostra civiltà sotto attacco”, di “città invase” e, sinistramente, di “stirpe”. Curiosamente, non si fa cenno esplicitamente all’immigrazione, sebbene sia il filo conduttore di questi ragionamenti. «Questo attacco non è arrivato da studenti ma da persone che la scuola l’hanno finita già da un bel po’ – si legge in una nota di Linea Reggiana, blog degli Spazi sociali di Reggio Emilia –. Nonostante Blocco Studentesco sia l’articolazione scolastica di CasaPound e dovrebbe avere dei giovani militanti, oggi ci siamo trovati a confrontarci con fascisti di venticinque anni almeno. Loro hanno bisogno di mandare militanti adulti per attaccare e aggredire, come già successo a Genova, Torino e Roma; noi, al contrario, non abbiamo bisogno di nasconderci dietro a nessuno per difendere la nostra incolumità e le scuole della città dai tentativi di penetrazione fascista». CasaPound non ha una sede a Reggio Emilia, mentre è presente con un suo spazio a Parma. l © RIPRODUZIONE RISERVATA