Gazzetta di Reggio

Reggio

In città

Minima spesa, massima resa: così è rinato il Parco del Legno

Massimo Sesena
Minima spesa, massima resa: così è rinato il Parco del Legno

Reggio Emilia, via Cecati e il nido Rodari “liberate” dall’assedio delle auto

3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Qualcuno ci ha visto addirittura uno di quei rammendi o ricuciture alle periferie sulle quali Renzo Piano ha costruito la sua carriera. Renzo Piano – chiariamolo subito – non c’entra nulla con il Parco del Legno e quasi certamente, in via Cecati a Reggio non c ’è mai stato. Ma il recupero del cosiddetto Parco del Legno, la trasformazione di una fetta di città, a ridosso del centro storico che per anni ha oscillato tra abbandono e inquinamento oltre i limiti in qualcosa di vivibile ha molto a che fare con quell’idea di urbanistica che attraverso i rammendi raggiunge comunque l’obiettivo della vivibilità e lo fa con costi contenuti.

Costi contenuti

Ed è soprattutto per questa serie di ragioni che il vice sindaco e assessore ai lavori pubblici Lanfranco De Franco va particolarmente fiero della riconsegna alla città del riqualificato Parco del Legno. «È uno degli esempi di quanto si possa fare senza spendere cifre esorbitanti. Con una spesa relativamente modesta (attorno ai 200mila euro) siamo riusciti a rendere l’area verde di via Cecati un parco attrezzato e illuminato a disposizione di tutti i reggiani». Nessuna opera faraonica, come è stato per esempio con l’abbattimento dell’ecomostro di Cella, la passerella soprelevata e la creazione di una piazza che ha letteralmente ricucito le due sponde di quel pezzo di via Emilia.

Nel caso del Parco del Legno tutto è cominciato anni fa da un gruppo di genitori dei bambini che, già prima del 2020, frequentavano il Nido Rodari. Nelle loro rimostranze, i genitori dei bimbi del Nido lamentavano che l’area davanti alla scuola era ostaggio delle auto che percorrevano proprio quello spiazzo alla ricerca di un posto nel parcheggio scambiatore. Il risultato? Una zona trafficatissima e molto inquinata. Su cui bisognava intervenire. Così alla fine dell’ultimo mandato della giunta guidata la Luca Vecchi il via al progetto di questa camminata attrezzata che, preservando quella vegetazione che negli anni dell’abbandono era cresciuta spontaneamente, costituendo spesso un riparo dei senzatetto.

Di fatto, ora la camminata attrezzata con arredi e illuminazione nuova costringe le auto a non intasare l’area davanti al nido Rodari, e in generale ha il pregio di alleggerire la circolazione attorno agli altri insediamenti: a pochi passi da lì, nell’area dell’ex Seminario ci sono infatti le aule e gli uffici dell’Università, con il dipartimento di Scienze dell’Educazione.

La possibile “fase 2”

«In questa operazione – riconosce De Franco – abbiamo incontrato la collaborazione di diverse realtà, dall’Università, agli Scout, fino alle associazioni e ad alcune realtà private che sono parte integrante del vicino quartiere del Gattaglio».

Invero, il buon risultato ottenuto con la restituzione alla città del Parco del Legno spinge De Franco a guardare avanti, a una sorta di “fase due”.

«Se proprio volessimo – dice il vice sindaco – si potrebbe provare a chiudere il cerchio, collegando questa nuova area attrezzata di via Cecati con una ciclopedonale che arriva fino al Gattaglio. Per farlo, però, occorre una intesa con un privato, con cui peraltro è da tempo in corso un dialogo fin qui sempre assolutamente costruttivo».