Reggiani fermi in colonna nel traffico per 47 ore all’anno. Reggio Emilia peggio che Napoli, Torino e Verona
Sono dieci in più rispetto al 2024: l’Inrix Global Traffic Scorecard 2025 certifica come il traffico rimanga, nelle città italiane, un problema consistente
Reggio Emilia Sono dieci in più rispetto allo scorso anno le ore trascorse in auto, nel traffico. Non saranno tante come a Roma, dove in media gli automobilisti trascorrono in colonna 76 ore, classificandosi al 17esimo posto mondiale, al quarto in Europa e al primo in Italia. E non sarà tanto quanto il tempo perso nel traffico dai milanesi, secondi nel nostro Paese con 67 ore al volante, in coda. Ma Reggio Emilia supera Napoli, Torino e Verona, come certifica l’Inrix Global Traffic Scorecard 2025, che certifica come il traffico rimanga, nelle città italiane, un problema consistente. Secondo quanto emerge dall’indagine Inrix aumenta la congestione rispetto agli anni passati i Italia, così come in tutto il mondo, dove il 62 per cento delle aree urbane ha registrato un netto peggioramento.
A Reggio Emilia i cittadini perdono 47 ore all’anno, secondo la media calcolata nel 2025. In percentuale, l’aumento rispetto al 2024 delle ore trascorse in colonna, in macchina, è del 27 per cento. Rispetto al 2023 la situazione peggiore ulteriormente, perché le ore crescono del 34 per cento. Reggio, ancora, si classifica undicesima in Italia per congestione nel traffico e al 144esimo posto a livello mondiale. «In campagna elettorale abbiamo messo sul tavolo una proposta precisa per fluidificare il traffico senza ulteriore consumo di suolo: sostituire le rotonde lungo l’asse tangenziale nord-sud con svincoli che permettano di mantenere costante la velocità dei veicoli, riducendo ingorghi e code dove oggi il traffico si blocca - afferma il consigliere comunale di Coalizione Civica, Dario De Lucia -. Uno studio elaborato da ingegneri, un fisico e un urbanista ha dimostrato che questa soluzione è tecnicamente sostenibile e persino più economica di nuove grandi opere, a partire dal prolungamento della tangenziale. Questa proposta, però, chi governa la città non ha voluto nemmeno prenderla in considerazione: nessun confronto, nessuna analisi seria, nessuna apertura a un piano che migliorerebbe la vita quotidiana di chi ogni giorno resta imbottigliato in tangenziale. Nel frattempo, l’unico messaggio che continua ad arrivare è che dovremmo “andare in bici”, anche quando dobbiamo attraversare la città per andare a lavorare o per raggiungere l’ospedale». Coalizione civica chiede, invece, che vengano subito attuate due iniziative: «Intervenire sull’esistente, rendendo più scorrevole la viabilità dove oggi si formano i colli di bottiglia, a partire proprio dalla tangenziale. Integrare davvero mobilità sostenibile e trasporto privato, con scelte concrete e non solo con gli slogan», prosegue il consigliere De Lucia. Lo studio presentato in campagna elettorale per affrontare il grave problema del traffico era stato illustrato da Vittorio Spagni e Fabio Ferrari, fisico e principale curatore dello studio stesso. «Negli ultimi decenni Reggio ha concentrato le molte risorse allo scopo di disincentivare l’uso dell’auto privata in favore di una mobilità alternativa - aveva affermato Spagni -. Sebbene sia fondamentale promuovere con decisione la mobilità sostenibile, i dati attuali mostrano che il trasporto pubblico e la bicicletta sono difficilmente compatibili con i ritmi della vita media quotidiana, specialmente per gli spostamenti pari o superiori a 10 chilometri». l
