Reggio Emilia, il paradosso dei rifiuti: campioni in differenziata, ma record in produzione pro capite
I dati del 27esimo rapporto Ispra: in provincia si producono 781 chili di rifiuti per abitante
Reggio Emilia Quello dei rifiuti, nella nostra città, è niente meno che un paradosso. A portare alla luce l’ossimorica situazione reggiana è il ventisettesimo rapporto rifiuti urbani presentato ieri (11 dicembre) da Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Numeri, percentuali, grafici e analisi comparative che mettono una a fianco all’altra le città italiane e i loro dati su produzione, raccolta differenziata, gestione e flussi di import/export dei rifiuti urbani e degli imballaggi: una fotografia oggettiva, che ci consegna numeri - e record - su cui riflettere e magari, agire.
E allora cominciamo dai meriti: l’Emilia-Romagna, secondo Ispra, è la prima regione in Italia per la raccolta differenziata: nel 2024, anno di riferimento, si è raggiunto il 79% sul totale, con un aumento dell’1,8% rispetto all’anno prima. A crescere è senz’altro la sensibilità ambientale e la consapevolezza di una responsabilità individuale e collettiva verso il mondo in cui viviamo. Si può quindi sostenere che lo scorso anno, più che in precedenza, la nostra regione abbia fatto di necessità virtù: il processo di separazione dei rifiuti, che oggi sappiamo essere non soltanto una pratica civile, ma anche fondamentale per il presente e per il prossimo futuro, ha toccato una quota mai raggiunta, superando il Veneto che da anni occupava il gradino più alto del podio. E così ora, in base al Rapporto rifiuti urbani 2025 redatto dall’Ispra e appena pubblicato, l’Emilia-Romagna risulta essere la regina delle regioni che differenziano di più. Ma caliamoci ancor più nello specifico, perché in questa graduatoria Reggio ricopre una posizione che rispecchia tutte - o quasi - le sue virtù.
Analizzando i dati provinciali, emergono differenze legate alle specificità territoriali e alle scelte organizzative delle amministrazioni locali. Tra le province che trainano la buona e civile pratica della raccolta differenziata, eccoci in prima linea. Spicca Reggio Emilia con l’84,4% e una crescita dell’1,1%, seguita a ruota da Modena all’84,2%, con un aumento notevole, del 5,5%. Subito dopo, ci dice Ispra, vengono Forlì-Cesena con l’83, 2%, Ravenna all’80,7%, Parma al 79,8%, Ferrara al 76,9%, che invece è in lieve calo (-0,2%), Bologna al 75,1%, Piacenza al 74,2% e Rimini al 69,2%. Fino a qui, direte voi, tutto bene: nessun paradosso, nessuna stortura.
Ma è sufficiente voltar pagina per accorgersi che mentre ci proclamano campioni della raccolta differenziata in regione, tocca proprio a noi un ulteriore, importante riconoscimento. E per di più, questa volta, nazionale, assoluto. "Il più alto valore di produzione pro capite si riscontra per la provincia di Reggio Emilia, con 781 chilogrammi per abitante per anno (749 chilogrammi nel 2023" recita il rapporto. A noi seguono, come per la classifica dei meriti, altre tre province emiliano-romagnole. Nell’ordine, Piacenza, Ravenna e Rimini, le prime due con 746 chilogrammi e la terza con 731 chilogrammi.
«Il dato relativo alla produzione di rifiuti in città - specifica Davide Prandi, assessore del Comune di Reggio con delega a gestione dei rifiuti - tiene innanzitutto conto anche di scarti "positivi" e non inquinanti come la carta. In più si tratta di un numero inevitabilmente correlato al Pil, alle aziende, che sono anche la ricchezza del nostro territorio». Non c’è uno senza l’altro, secondo l’assessore. Ma 781 chili a testa di rifiuti prodotti annualmente è un numero che non passa inosservato. Forse, qualcosa di più, si può fare.
«Certo, dobbiamo ambire a fare sempre meglio: Ispra, del resto, ci pone anche tra le prime città italiane per raccolta differenziata. Un obiettivo è senz’altro quello di mettere in campo politiche per la gestione della qualità della plastica, in modo da poterla riciclare al meglio». Dal rapporto risulta evidente che la sfida ambientale non si esaurisce con la raccolta differenziata: dividere accuratamente la plastica dal vetro e il vetro dalla carta, per quanto positivo, non può cancellare quei sette quintali di rifiuti prodotti annualmente da ognuno di noi. E forse, allora, possiamo fare di più. l© RIPRODUZIONE RISERVATA
