Gazzetta di Reggio

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Il colpo di scena

Morì folgorato in Algeria, riaperto procedimento per omicidio colposo

Serena Arbizzi
Morì folgorato in Algeria, riaperto procedimento per omicidio colposo

Il 25enne si trovava all'estero come tecnico dell'azienda Sacmi di Salvaterra

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Casalgrande Un procedimento per omicidio colposo è tuttora pendente per la morte di Alex Bonucchi, il 25enne di Nonantola (Modena) deceduto il 4 gennaio 2021 in Algeria, dove si trovava come tecnico dell’azienda Sacmi di Salvaterra.

Dopo l’appello al Governo italiano lanciato dalla famiglia di Alex, dal consulente Michel Emi Maritato e dalla deputata Stefania Ascari, affinché il procedimento venga trasferito in Italia, emerge un nuovo sviluppo.

È stato infatti riaperto, grazie all’intervento dell’avvocata Carlotta Toschi, che assiste la madre di Alex, Barbara Degli Esposti, e i familiari, un procedimento per omicidio colposo inizialmente archiviato dal tribunale di Roma. Alla base del reclamo presentato dalla legale c’è la mancata notifica alla famiglia Bonucchi del provvedimento di archiviazione. Si tratta di un caso raro nel panorama giudiziario italiano, che potrebbe avere rilievo anche sotto il profilo giurisprudenziale.

«Alla madre di Alex non era stato notificato che in Italia il procedimento penale era stato archiviato – spiega l’avvocata Toschi –. Ho presentato un reclamo affinché questo aspetto venga rivalutato».

L’udienza a Roma è stata fissata per il mese di marzo. L’ipotesi di reato resta quella di omicidio colposo. In base alla normativa italiana, il procedimento potrebbe essere istruito in Italia qualora l’indagato si trovi sul territorio dello Stato, aspetto che sarà eventualmente valutato in una fase successiva. In un primo momento il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione, poi accolta dal giudice per le indagini preliminari, ma con il reclamo il procedimento risulta nuovamente pendente.

«Sostengo che le notifiche non siano regolari», aggiunge Toschi. Nell’udienza di marzo il magistrato potrebbe riservarsi di decidere successivamente se disporre la prosecuzione del procedimento. «Ci teniamo che questa vicenda resti aperta», sottolinea la legale.

La famiglia Bonucchi valuta anche un possibile ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. «Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità. È giusto che un cittadino italiano, quando lavora all’estero, sappia di poter contare sullo Stato se accade qualcosa», conclude l’avvocata Toschi.

Per quanto riguarda il processo in Algeria, la Corte d’Appello ha condannato la società che gestisce l’hotel “Amsterdam” di Rouïba, ritenendola responsabile della morte del giovane italiano. Un esito che però non è ritenuto soddisfacente dalla famiglia, dato che permangono ancora molti dubbi su quanto accaduto.