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Piano R60 di via Paradisi, saltano i tempi del Pnrr: il Comune di Reggio Emilia restituisce 1,1 milioni di euro

Piano R60 di via Paradisi, saltano i tempi del Pnrr: il Comune di Reggio Emilia restituisce 1,1 milioni di euro

La scadenza anticipata rende incompatibile la pianificazione urbanistica

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Reggio Emilia Il Comune di Reggio Emilia restituisce al ministero delle Infrastrutture 1,1 milioni che aveva ricevuto come contributo al Programma di riqualificazione urbana R60 nel quartiere della stazione. Il maxi piano da circa 76 milioni che, in via Paradisi, prevede 148 abitazioni di edilizia residenziale sociale e pubblica, una serie di dotazioni di servizi di interesse collettivo (sport, educazione, cultura), ambientale (aree verdi di quartiere) e per la mobilità (parcheggi, aree pedonali e ciclabili), oltre ad una passerella ciclopedonale sopraelevata tra la piazza Domenica Secchi e l’area delle ex Reggiane. Il finanziamento “revocato”, in particolare, riguarda 51 alloggi e la passerella.

Come si legge in un atto degli uffici tecnici di piazza Prampolini firmato ieri dal dirigente competente, tutto nasce dalla convenzione siglata tra Comune e ministero a marzo del 2022, in cui l’ente si era impegnato al rispetto delle scadenze del Pnrr, tra cui il collaudo degli interventi entro il 31 marzo 2026. Al documento aveva quindi fatto seguito l’erogazione di un finanziamento ministeriale di un milione e mezzo. Nel suo atto il Comune evidenzia però che in sede di candidatura (marzo 2021), il bando Pinqua (Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare) a cui ha aderito «esplicitava una durata attuativa ultra decennale del fino al 2033», mentre «il successivo inserimento del Pinqua nella programmazione Pnrr ha determinato la conseguente contrazione temporale dell’attuazione al 31 marzo 2026». La scadenza anticipata si è però «rivelata difficilmente compatibile con le fasi di pianificazione urbanistica attuativa e conseguente progettazione degli interventi proposti dal Comune».

Per far fronte alla situazione, l’ente locale ha pertanto intrapreso «un articolato percorso di rimodulazione trasmettendo alla direzione generale del ministero note e proposte di modifica della composizione» dell’intervento. Anche perché «nel corso del periodo intercorso tra la pubblicazione del finanziamento e i successivi adempimenti è mutata la sostenibilità economica della proposta, dovuta agli incrementi dei costi delle opere pubbliche e all’esigenza di ridestinare le limitate risorse comunali verso interventi considerati prioritari per la sicurezza urbana e la coesione sociale». Insomma, come evidenziato nelle relazioni spedite a Roma, «la modifica del canale di finanziamento non garantiva il collaudo entro il 31 marzo 2026». Ma poiché «nonostante l’intenso percorso di confronto» non è mai stato sottoscritto dal Comune nessun atto aggiuntivo alla convenzione del 2022, il ministero lo scorso novembre, facendo riferimento all'intesa originaria, ha chiesto la restituzione della quota parte dell'acconto. Che comunque l’amministrazione reggiana aveva conservato «nell’avanzo vincolato da trasferimenti per investimenti». l © RIPRODUZIONE RISERVATA