Dalla Lituania a Cadelbosco: maxi truffa sulle proteine del latte, sette indagati
Falsi produttori di Parmigiano Reggiano accusati di riciclaggio, sostituzione di persona e fatture false
Reggio Emilia Una maxi truffa da quasi mezzo milione di euro, che parte dalla Lituania per approdare nel casertano passando da un deposito di Cadelbosco Sopra. È l’indagine giunta agli sgoccioli scoperta dal Cosc (centro Operativo per la sicurezza cibernetica, l’ex polizia postale) e coordinata dal pm Denise Panoutsopoulos. Sette persone originarie delle province di Brindisi e di Napoli - due 50enni, un 56enne, un 59enne, un 60enne, 61 anni e 66 anni - sono indagate per i reati di truffa aggravata in concorso, riciclaggio in concorso, sostituzione di persona ed emissione di fatture false.
Al centro del raggiro le proteine del latte, sostanza di alta qualità che viene usata per produrre formaggi, yogurt e derivati ma anche come additivo alimentare industriale. Il 28 dicembre 2023 la Prodinvest Eu, un’azienda lituana specializzata nella vendita di prodotti e ingredienti lattiero-caseari, viene contattata da due individui che si presentano come dipendenti di una nota ditta, con un caseificio a Reggio Emilia, specializzata nel Parmigiano Reggiano: utilizzando account, e-mail e siti fasulli, gli interlocutori stipulano un contratto per farsi consegnare tre carichi di proteine del latte (sostanza che viene usata per il caglio) per un valore di 455.640 euro, per poi sparire nel nulla senza pagare il corrispettivo. Da qui la truffa, con l’aggravante dell’aver cagionato un danno patrimoniale di rilevante entità, e la sostituzione di persona; difatti i veri produttori di Parmigiano Reggiano, ignari di quell’acquisto a loro intestato, sporgono anch’essi denuncia.
Vicino all’indirizzo indicato per la consegna delle merce c’è un’azienda di trasporti di Cadelbosco Sopra, intestata a un 50enne. Seguendo i cellulari dei coinvolti e il Telepass di un Tir, sempre lo stesso, gli investigatori ne ricostruiscono gli spostamenti: prima a Roseto degli Abruzzi (Teramo), poi a Marcianise (Caserta). Secondo l’accusa per nascondere la provenienza illecita della merce e per coprire l’operazione, fino all’aprile 2024 sono state emesse una serie di fatture false tra società di trasporto dell’altro 50enne (con tutta probabilità una cartiera) e un’azienda casearia napoletana, si presume il destinatario finale visto che le fatture emesse per le proteine del latte coincidono per tipo e quantitativo (sacchi da 25 chili) con quelle sparite. Pochi giorni fa la Procura di Reggio Emilia ha disposto perquisizioni a tappeto a carico dei sette indagati: sono stati sequestrati computer, tablet, telefonini che verranno analizzati. Sono state eseguite perquisizioni personali, domiciliari e di veicoli, mentre nelle ditte di logistica e di prodotti caseari è stata requisita tutta la documentazione amministrativa, contabile, bancaria e sociale.
