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Il caso

Le indagini sulla morte di David Rossi: minacce a Catia Silva, che collabora con la commissione parlamentare d’inchiesta

Jacopo Della Porta
Le indagini sulla morte di David Rossi: minacce a Catia Silva, che collabora con la commissione parlamentare d’inchiesta

La brescellese minacciata in passato per la lotta contro la ‘ndrangheta, sta lavorando al caso della morte del responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena. Vinci, che presiede la commissione: «Quando si toccano certi interessi, qualcuno prova a fermarti»

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Brescello Prima una telefonata anonima. Poi una minaccia dal citofono di casa. È la sequenza di intimidazioni subite da Catia Silva, capo segreteria di Gianluca Vinci, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta su David Rossi, responsabile della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena morto nel 2013 in circostanze misteriose. L’episodio più recente risale a domenica sera. «Hanno suonato al citofono e una voce maschile mi ha detto: “Morirai, devi morire”», racconta Silva. «Ho chiamato subito il 112. I carabinieri sono arrivati in pochi minuti». In casa non era sola.


Non si tratta però del primo segnale. Circa due mesi fa, quando il caso Rossi veniva ancora ufficialmente ricondotto all’ipotesi di suicidio, Silva aveva ricevuto una telefonata anonima sul numero fisso intestato al figlio, conosciuto da pochissime persone. «Mi dicevano di smetterla, che non era successo nulla, che era un suicidio». Una chiamata mai resa pubblica, per la quale era già stata presentata denuncia.

Silva è conosciuta per il suo impegno contro la ‘ndrangheta, ma in pochissimi erano a conoscenza del suo ruolo di consulente della Commissione parlamentare sulla morte di David Rossi. Ed è proprio questo elemento a rendere la vicenda più delicata. «Non svolgo un ruolo formale di segreteria. Mi occupo di attività di indagine, analisi documentale e collegamenti». Un contributo che il presidente della Commissione, il deputato reggiano di Fratelli d’Italia Gianluca Vinci, definisce centrale. «Nessuno sapeva di questo incarico, se non le persone che si sono rapportate con la Commissione», spiega. E aggiunge: «Silva ha ricostruito passaggi complessi e individuato elementi che hanno sorpreso anche consulenti e ufficiali delle forze dell’ordine. Più volte mi hanno chiesto: “Ma dove l’hai trovata?”». La brescellese in passato aveva subito minacce per le sue prese di posizione contro la cosca Grande Aracri. Ora è finita nuovamente nel mirino. «Prima una telefonata anonima, poi qualcuno che arriva fino a casa: è un salto di qualità», dice il deputato. Nei pressi della sua abitazione sarebbero state segnalate anche presenze sospette. Episodi che arrivano in una fase delicata dei lavori della Commissione, dopo il deposito di perizie e atti che rafforzano l’ipotesi di omicidio per la morte dell’ex dirigente del Monte dei Paschi.

La Commissione sta lavorando anche su una pista che porta nel Mantovano e che avrebbe collegamenti con la ’ndrangheta. Su questo fronte Silva avrebbe fornito contributi rilevanti, individuando legami tra documenti, conti e movimenti emersi anche in sentenze successive, come Grimilde. «Sono elementi che toccano interessi sensibili – spiega Vinci – e quando si toccano certi interessi, qualcuno prova a fermarti». Per questo sono già state adottate misure di tutela. Intanto i lavori della Commissione proseguono. «Una volta accertato che David Rossi non si è suicidato – conclude Vinci – restano il movente e i responsabili. Il nostro lavoro non è finito. E non ci fermeremo». Il parlamentare è stato ospite nei giorni scorsi della trasmissione Lo Stato delle Cose, condotta da Massimo Giletti su Rai Tre, con un intervento molto seguito, al quale ne seguiranno altri. 

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