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Omar ha fretta di venire al mondo: il papà assiste la moglie e lo fa nascere in casa guidato dal 112

Mattia Amaduzzi
Omar ha fretta di venire al mondo: il papà assiste la moglie e lo fa nascere in casa guidato dal 112

Castelnovo Sotto, a guidare Said El Bahry un’operatrice del 118

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Castelnovo Sotto Assistere alla nascita del proprio figlio è uno dei momenti più intensi nella vita di un padre, un’esperienza che lascia ricordi destinati a restare per sempre. Ma a Said El Bahry, 35enne di Castelnovo Sotto, è capitato qualcosa di straordinario: è stato lui stesso a contribuire a fare venire al mondo il piccolo Omar. Quando dopo le prime doglie è stato chiaro che non ci sarebbe stato il tempo di portare la moglie Ghita Fares, 30 anni, in ospedale, è stato lui ad assisterla durane il parto, guidato passo dopo passo al telefono da una operatrice dell’emergenza dopo aver chiesto aiuto al numero unico 112 fino alla nascita del bambino.

«Mia moglie ha cominciato ad avere le contrazioni sabato mattina presto – racconta Said –. Ho fatto appena in tempo a portare le valige e le borse in macchina che il bimbo stava già nascendo. Allora ho chiamato l’ambulanza e, grazie alle istruzioni dell’operatrice, sono riuscito ad aiutare mia moglie a farlo venire alla luce. È stata un’emozione indescrivibile. Se non la vivi è difficile da raccontare».

E così, alle 10.15 di sabato 20 dicembre il piccolo Omar è nato, in una casa di Castelnovo Sotto, per la gioia di mamma Ghita e papà Said. Quando è arrivata l’ambulanza, il personale sanitario ha caricato la donna e il neonato per portarli in ospedale a Reggio Emilia, per tutti i controlli post parto. Ieri sono stati dimessi. Si tratta del secondogenito della coppia, di origine marocchina e residenti nel Reggiano da una trentina d’anni. «Quando tutto è successo, in casa c’eravamo solo io e mia moglie. Mia suocera abita sopra di noi e si stava occupando del fratellino di Omar, essendoci gli asili chiusi. Avevo bisogno di essere concentrato e fare di tutto per cercare di non fare del male a lei e al piccolo. Quando è nato il nostro primo figlio ero in sala parto al fianco di mia moglie, dandole supporto morale. Questa volta, invece, ho fatto anche l’ostetrico... (ride, ndr)».

Il piccolo Omar ha avuto una grande fretta di venire al mondo, tanto di averlo fatto con quasi una decina di giorni d’anticipo: il termine era stato fissato per il 28 dicembre. Un ringraziamento speciale da parte di Said e sua moglie Ghita è rivolto alla operatrice, che li ha aiutati, supportati e guidati durante il travaglio e il parto. «Senza di lei non avrei saputo come fare. Mi è rimasta accanto, dicendomi esattamente tutto quello che dovevo fare – afferma il 35enne – anche nei momenti più concitati. Non dimenticherò mai quando ho visto per la prima volta la testa del piccolo: era tutta viola e temevo che avesse intorno al collo il cordone ombelicale. Per fortuna non era così. È andato tutto bene».