Maltrattamenti nella casa di riposo: sette degenti pronti a testimoniare
Vezzano: fissati gli incidenti probatori per ascoltare i loro racconti
Vezzano Sono sette gli anziani degenti che potrebbero testimoniare sui maltrattamenti subìti nella Rsa “Le Esperidi” di Vezzano. Per il 16 gennaio è fissato l’incarico allo psichiatra che avrà il compito di valutare se i pensionati siano attendibili e in grado di rendere testimonianza; se la risposta sarà positiva, in febbraio si procederà agli incidenti probatori, sedute a porte chiuse in cui il racconto dei malcapitati sarà cristallizzato una volta per tutte in vista del processo.
Per questa vicenda sono quattro gli operatori socio sanitari – tutti residenti nella nostra provincia – indagati per l’accusa di maltrattamenti aggravati a persone a loro affidate per cura (due le aggravanti, la minorata difesa e l’aver commesso il fatto su persone ricoverate in struttura): due uomini di 46 e 39 anni e due donne di 57 e 32 anni. I primi sono stati sospesi per un anno dal lavoro e dallo stipendio mentre nessuna misura è stata presa per le donne, che secondo il gup Luca Ramponi si sarebbero limitate ad offese verbali senza ricorrere alle mani. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2023 e l’inizio del 2025. Stavolta a far scoperchiare il caso non sono stati i familiari degli anziani ospiti, come accaduto in passato in altri casi, bensì una segnalazione interna: un’operatrice socio-sanitaria, che non lavora più nella Rsa, ha fatto nomi e cognomi dei colleghi che a suo dire si comportavano in una maniera inaccettabile con i pazienti. Da qui sono partite le indagini dei carabinieri del Nucleo Operativo di Castelnovo Monti che, coordinati dal pm Maria Rita Pantani, hanno sentito quasi tutto il personale della casa di riposo, i pazienti e i loro familiari. Per raccogliere le prove sono state fondamentali le telecamere nascoste piazzate nelle stanze degli ospiti e in alcuni spazi comuni. Le intercettazioni audio e video hanno filmato episodi foschi. Strattoni e urla durante le alzate mattutine («non ti faccio uscire, non ti faccio mangiare, non ti cambio il pannolone»), malati lasciati nelle proprie urine («non ti porto la padella»), offese («cretina», «deficiente»), pazienti “lanciati” sul letto anziché usare il sollevatore provocando dolore, un degente afferrato per il collo e preso a schiaffi nel giugno 2024, un altro al quale viene rifiutato il pasto quando sanno che è di suo gradimento, un paziente costretto a farsi la doccia facendolo piangere, minacce varie («ti faccio volare dalla finestra»). E ancora pizzicotti, tirate di orecchi e percosse, con l’accortezza di non lasciare evidenti segni fisici. Campanelli allontanati per non essere disturbati durante la notte, ma pure anziane chiuse in bagno per “ripicca”. © RIPRODUZIONE RISERVATA
