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A Reggio Emilia intervento record: frattura del bacino operata in artroscopia. Solo tre piccole incisioni e tre mesi dopo paziente già al lavoro

A Reggio Emilia intervento record: frattura del bacino operata in artroscopia. Solo tre piccole incisioni e tre mesi dopo paziente già al lavoro

Il successo all’ospedale Santa Maria Nuova condotto dal dottor Michele Cappa, direttore della struttura complessa di ortopedia

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Reggio Emilia Innovativo intervento chirurgico alla struttura complessa di ortopedia del Santa Maria Nuova di Reggio: è infatti stata eseguita un’operazione all’avanguardia per il trattamento di una complessa frattura di bacino, utilizzando un approccio totalmente artroscopico. La tecnica utilizzata prevede un metodo che combina artroscopia, radiodiagnostica intraoperatoria e tecniche anestesiologiche in ipotensione. Attualmente questa procedura viene eseguita solo in altre due strutture in tutta Italia. Si tratta di una vera e propria novità nel panorama della chirurgia ortopedica. Fino ad oggi, l'artroscopia veniva impiegata nella traumatologia dell’anca esclusivamente in pochi centri, e come supporto ad altre procedure o per la gestione di lesioni articolari di lieve entità.

Questa volta, invece, è stata realizzato il trattamento di una frattura di parete acetabolare interamente in artroscopia. L’intervento è stato condotto dal dottor Michele Cappa, direttore della struttura complessa di ortopedia. La tecnica nasce nella scuola torinese del professor Massè ed è stata sviluppata e descritta dal professor Aprato nel 2024, con il quale il dottor Cappa condivide l’esperienza come istruttore nell’associazione internazionale Ao Trauma. In casi selezionati, questo approccio rappresenta un punto di svolta: mentre la tecnica standard prevede un’incisione di circa 20 centimetri del muscolo grande gluteo, una degenza ospedaliera superiore alla settimana e la frequente necessità di trasfusioni di sangue, nonché rigidità e dolore post-operatorio, la nuova metodica offre vantaggi senza precedenti. In questo caso, l'intervento è stato eseguito con solo tre piccole incisioni da 1 centimetro. Il paziente ha potuto alzarsi immediatamente dopo l’operazione, è stato dimesso entro 48 ore, senza necessità di trasfusioni e ha iniziato a camminare dopo circa trenta giorni. Il ritorno al lavoro è avvenuto entro tre mesi dall’operazione, con un recupero rapido, senza rigidità né dolore: un risultato impensabile, fino a poco tempo fa. Il dottor Cappa sottolinea che «una chirurgia di questa complessità è possibile solamente in una struttura e con una squadra di alto livello tra operatori sanitari, infermieri, chirurghi e anestesisti. Non nascondo l’orgoglio di poter dire che tutto ciò è possibile in una struttura pubblica e con persone che credono e lavorano con progettualità e dedizione per investire in innovazione e ricerca per i pazienti».l © RIPRODUZIONE RISERVATA