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L’intervista

«Nell’appartamento in fiamme la mia vicina e i suoi due cani: così ho evitato la tragedia»

Nicolò Valli
«Nell’appartamento in fiamme la mia vicina e i suoi due cani: così ho evitato la tragedia»

Reggio Emilia: il racconto del terribile incendio della Vigilia in viale dei Mille. Josè Ortiz ha lanciato l’allarme e aiutato nei soccorsi

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Reggio Emilia Stava dormendo mentre la sua casa andava a fuoco. Se non fosse stato per l’intervento dei vigili del fuoco, contattati con urgenza dal vicino di casa, si sarebbe probabilmente verificata una tragedia nelle ore che precedevano il Natale. Alla fine, la signora e i suoi due cani con cui vive sono stati messi in salvo, ma le fiamme hanno costretto tutti gli altri inquilini della palazzina di viale dei Mille, all’angolo con via Lamberti e sopra a Bonacini Pneumatici, a raggiungere il Pronto Soccorso a causa dell’intossicazione. Le fiamme in uscita dalla finestra del primo piano sono state domate ma ieri non c’era alcun residente nella palazzina: oltre alla signora, che al momento si è trasferita a casa della figlia, anche le altre famiglie sono state momentaneamente accolte in strutture in attesa di altri accertamenti da parte delle autorità competenti.

I segni del tremendo rogo sono comunque ancora visibili sul muro esterno del condominio, oltre alle schegge di vetro sull’asfalto. José Ortiz, che abita nella palazzina a lato, racconta quei drammatici momenti del 24 dicembre: «Intorno alle 15.30 ci hanno suonato alla porta avvisandoci che c’era un incendio – afferma –. Sono uscito e mi sono accorto, effettivamente, delle fiamme che uscivano dalle due finestre. Ho capito che c’erano persone a rischio. Sono passato all’azione, salendo le scale che separano il piano terra da quello rialzato; la porta della signora era semi-aperta; non so spiegarmi il motivo, forse un tentativo di fuga da parte della donna. Il fumo aveva invaso tutta la stanza; ho visto le gambe della donna ma non sono riuscito a prenderla; successivamente ho urlato i nomi dei due cani, riuscendo intanto a mettere in salvo gli animali e portandoli a casa mia. Per la donna, invece, è stato necessario l’intervento del personale sanitario e delle forze dell’ordine. Abbiamo infine avvisato anche i vicini al piano di sopra di ciò che stava succedendo». Ortiz riesce anche a fornire quella che per lui è la causa dell’incendio; una disattenzione che poteva costare cara: «La signora ha riferito di aver messo una candela in un vaso di plastica per poi addormentarsi – le sue parole –. In ogni caso, l’odore nell’ambiente era veramente acre e così sono stato condotto al Pronto Soccorso, dove sono rimasto dalle 16 alle 4 di notte. Ho passato lì la notte della Vigilia».

Quella della candela è una versione presa in seria considerazione anche dalla polizia locale, che sta curando gli accertamenti. Gli agenti, tuttavia, aspettano a dare certezze in attesa di ulteriori aggiornamenti da parte dei vigili del fuoco di Reggio. La polizia locale ha gestito anche il traffico, considerato che l’area è stata delimitata sino all’altezza di Sport Service per consentire ai vigili del fuoco di operare senza limitazioni. Molti reggiani hanno assistito dal vivo a quei momenti di paura sulla circonvallazione, con le fiamme ben visibili anche a metri di distanza. Nel cortiletto interno della palazzina, a terra, sono stati lasciati tutti gli oggetti che appartenevano alla donna e che sono andati completamente bruciati. Anche una residente di via Lamberti, che preferisce rimanere anonima, racconta la sensazione di paura provata da chi era in casa a sistemare gli ultimi preparativi prima del “cenone” e ha assistito dalla finestra a uno spettacolo inedito e poco rassicurante. José Ortiz, di origine filippine e in Italia al 2011, è dunque l’eroe del Natale 2025 a Reggio. Dopo un’esperienza nella ristorazione è passato a lavorare in fabbrica. Mercoledì era a casa con la sua famiglia quando è diventato il protagonista di questa storia a lieto fine: «Ho indossato per diverse ore la maschera dell’ossigeno e ancora adesso avverto mal di gola – conclude –. Ho comunque fatto quello che era giusto fare, il mio dovere da cittadino». l © RIPRODUZIONE RISERVATA