Inchiesta sui fondi ad Hamas: tra gli arrestati un 52enne di Sassuolo
Adel Ibrahim Salameh Abu Rawwa è tra i nove indagati nella maxi operazione “Domino”
Sassuolo È accusato di avere finanziato il terrorismo di Hamas tramite raccolte fondi dell’associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese, di cui era dipendente. C’è anche un 52enne residente a Sassuolo – Adel Ibrahim Salameh Abu Rawwa – tra i nove indagati nella maxi operazione “Domino” che nelle scorse ore ha scosso l’Italia ed è arrivata fino in Emilia, con un arresto a Bologna e uno proprio a Sassuolo. Un’operazione che ha scoperchiato una movimentazione di fondi che, dal 2001, avrebbe superato i sette milioni di euro, con un incremento esponenziale dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023. Il blitz Un’operazione antiterrorismo di ampia portata, scattata all’alba di ieri, che ha portato all’arresto di nove persone e al sequestro di tre associazioni ritenute parte di un articolato sistema di raccolta fondi destinati – secondo gli inquirenti – al sostegno dell’organizzazione terroristica Hamas. Il provvedimento cautelare è stato disposto dal Gip su richiesta della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo e a darne esecuzione sono stati i poliziotti della Digos di Genova, la Guardia di Finanza di Genova e il Nucleo speciale della polizia. Un’indagine lunga, complessa, coordinata dalla Dda genovese e avviata su impulso della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
Tutto è partito dall’analisi di movimenti finanziari anomali: un’analisi che ha portato al coinvolgimento di procure in tutta Italia e anche all’estero e che ha permesso di scoperchiare il sistema. Si parla tra le varie cose di flussi di denaro sospetti, di reti che come con un filo sottile collegavano l’Italia all’estero. L’accusa che pende sugli indagati è pesante. Si parla dell’utilizzo di associazioni sulla carta impegnate in attività umanitarie, per convogliare fondi verso Hamas e le sue diramazioni. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori figurano l’Associazione Benefica di Solidarietà col Popolo Palestinese (Abspp) e la sua articolazione Odv, entrambe con sede a Genova, oltre alla “Cupola d’Oro”, che invece ha base a Milano. Proprio per l’Abspp lavorava il 52enne sassolese arrestato. Anche nel suo caso sono stati seguiti movimenti di denaro sospetti: avrebbe acquistato all’asta oltre 40 immobili. Il tutto, senza chiedere finanziamenti. L’attenzione degli inquirenti si è concentrata su Hannoun Mohammad Mahmoud Ahmad – legale rappresentante di Abspp. Secondo l’accusa sarebbe un esponente del comparto estero di Hamas, punto di riferimento della presunta cellula italiana: da lui sarebbero partiti tutti i vari “fili” della rete che è stata scoperchiata.
Una rete che da Genova, Milano, perfino Sassuolo, arrivava fino ai terroristi. Sì, perché secondo quanto ricostruito dall’accusa, oltre il 70 per cento delle somme raccolte non sarebbe andata a progetti umanitari, ma al finanziamento diretto dell’organizzazione terroristica. Sono stati, come detto, nove gli arresti e accuse analoghe riguardano altri membri della presunta rete, tra cui Dawoud Ra’Ed Hussny Mousa, Al Salahat Raed, Elasaly Yaser, Albustanji Riyad Abdelrahim Jaber e Osama Alisawi, quest’ultimo già ministro dei Trasporti del governo di fatto di Gaza e figura di spicco in diverse organizzazioni professionali palestinesi. Tutte figure che avrebbero contribuito alle gestione delle associazioni, che avrebbero “studiato” e progettato come portare avanti l’attività di finanziamento con le raccolte fondi. La figura sassolese Ci sono poi tre indagati accusati di concorso esterno: tra di loro c’è anche Abu Rawwa Adel Ibrahim Salameh. I tre, che secondo quanto ricostruito non apparterrebbero formalmente all’organizzazione, avrebbero comunque avuto un ruolo cruciale. Secondo l’accusa, infatti, hanno garantito un sostegno economico costante, anche tramite triangolazioni con enti esteri e bonifici diretti a esponenti di Hamas. Parte dei fondi, secondo gli inquirenti, sarebbe stata destinata al sostentamento di familiari di detenuti o di persone coinvolte in attentati. Il 52enne, in particolare, era il referente per la raccolta delle donazioni per l’Abspp per il nord est. La Finanza ha puntato gli occhi su di lui perché nel giro di poco tempo ha comprato oltre quaranta immobili all’asta. Il tutto, senza chiedere finanziamenti. Movimenti sospetti, a cui si aggiunge la consegna – documentata – di somme ingenti della sede dell’associazione a Milano. Proprio nella sede, a febbraio dello scorso anno, avrebbe consegnato circa 180mila euro all’interno di una borsa. Soldi, anche in questo caso, arrivati da raccolte fondi.l © RIPRODUZIONE RISERVATA
