Sempre più matrimoni d’urgenza quando il partner si ammala: ecco perché si possono fare e cosa spinge a chiederli
Reggio Emilia: permettono diritti che una convivenza non dà. Iori: «Dalle informazioni sanitarie ai congedi per assistere il malato, fino a diritti sulla casa»
Reggio Emilia Nel 2024 nel Comune di Reggio Emilia sono stati 304 i matrimoni civili, di cui 4 con procedura d’urgenza. Nel 2025 sono state celebrate 15 unioni civili e 328 matrimoni civili; tra questi 9 matrimoni urgenti. Questi i dati dell’Ufficio Anagrafe di piazza Prampolini, che rendono conto di come il fenomeno del “sì” in ospedale sia in crescita con numeri quasi raddoppiati nell’ultimo anno. «La legge li definisce matrimoni effettuati con una modalità prioritaria: sono quelli celebrati nei casi in cui uno degli sposi abbia una grave malattia – spiega il presidente del consiglio comunale Matteo Iori, che ha presieduto 54 riti civili nel 2025 – Come stabilito dall’articolo 101 del Codice Civile, ci sono circostanze nelle quali è possibile sposare una persona senza attendere i tempi della pubblicazione (due settimane) e di farlo anche a casa o nel luogo di ricovero».
Basta un documento firmato da un dottore per certificare la procedura d’urgenza. «Sono matrimoni importantissimi perché permettono al coniuge di avere molti più diritti di quanti non ne abbia come convivente – spiega Iori – Come coniuge si ha diritto all’informazione e al consenso sanitario, all’accesso e assistenza in ospedale, alle decisioni sul fine vita e alle disposizioni anticipate di trattamento, ai permessi e ai congedi per assistere il partner». Qualora poi la situazione dovesse peggiorare e il partner dovesse morire, le forme di tutela per chi è sposato sono molto più elevate di quelle previste per chi è solo convivente. Iori snocciola l’elenco delle tutele: «Si ha diritto a continuare ad abitare nella casa del coniuge anche dopo l’eventuale scomparsa, si ha diritto alla pensione di reversibilità o alla pensione indiretta se il defunto aveva comunque già versato una contribuzione minima, si ha diritto alla quota legittima dell’eredità e non solo alla minima parte della quota disponibile, si ha diritto alla completa esenzione fiscale e non si paga l’8% sul valore ereditato». E soprattutto «se ci sono dei figli minori tutti i beni non vengono congelati fino alla loro maggiore età e gestiti da un tutore esterno nominato dal Tribunale, come avviene invece per le coppie di fatto». Non è solo un atto d’amore che viene formalizzato, prosegue Iori, «è una possibilità per proteggere chi amiamo, anche dopo la nostra scomparsa. Purtroppo è sempre difficile parlare di questi temi e occorre un grande cambiamento culturale che ci aiuti a superare i tabù legati al tema della malattia e della morte. Proprio per questo come Comune di Reggio Emilia abbiamo aderito al progetto InVita che è finalizzato ad accrescere le conoscenze della cittadinanza su questi temi; chi è interessato si può approfondire tramite il sito www.in-vita.net». l Am.P. © RIPRODUZIONE RISERVATA
