Crisi del mercato settimanale, Guastalla pensa di riportarlo in piazza Mazzini
Il sindaco Paolo Dallasta: «C’è una forte mancanza di ricambio generazionale: solo a fine anno perderemo cinque banchi»
Guastalla «Il mercato va rilanciato. È uno dei nodi principali se vogliamo ridare forza al centro storico». Gianluca Crema, assessore al commercio del Comune di Guastalla, traccia il bilancio del primo anno pieno dell’amministrazione guidata dal sindaco Paolo Dallasta. Il commercio di prossimità è stato uno dei temi centrali della campagna elettorale e resta una delle principali sfide per l’ente locale.
Partiamo dal mercato. È uno dei punti più critici.
«Sì, il mercato oggi è in difficoltà. C’è una forte mancanza di ricambio generazionale: molti operatori vanno in pensione e non vengono sostituiti. Solo a fine anno perderemo cinque banchi».
Avete già in mente qualche intervento?
«Stiamo valutando una riorganizzazione degli spazi. Una delle ipotesi è riportare una parte del mercato in piazza Mazzini e lungo via Gonzaga, liberando il parcheggio di piazza della Repubblica il sabato mattina. Sono idee su cui abbiamo avviato un confronto con le associazioni di categoria».
Sul commercio locale, che bilancio fa delle iniziative messe in campo?
«Siamo dentro a un trend generale, sovralocale, che mette in difficoltà il commercio di prossimità. Non pensiamo di poterlo invertire da soli. Quello che possiamo fare è lavorare insieme agli operatori e costruire strategie condivise per rendere il centro più attrattivo».
In questa direzione vanno le aree del commercio, i cosiddetti hub promossi dalla Regione.
«Esatto. Nel 2025 ci è stato riconosciuto il progetto delle aree del commercio del centro e della Pieve. È un partenariato che coinvolge Comune, associazioni di categoria, commercianti, ma anche altri soggetti: servizi, banche, assicurazioni, grandi aziende del territorio. L’obiettivo è mettere a sistema tutte le presenze che portano persone in centro». Che tipo di coinvolgimento immaginate? «Un esempio è il welfare aziendale: legare i buoni dei dipendenti a un utilizzo locale. È già stato fatto in altri comuni e ha funzionato. Oppure valorizzare i servizi che attraggono flussi, come lo sportello Iren, che porta circa mille persone al mese in centro».
Come pensate di aumentare l’attrattività del centro?
«Stiamo ragionando anche su opere pubbliche e regolamenti. Nel 2026 vogliamo rivedere il regolamento dei dehors e ripensare alcuni spazi. Molti chiedono di poter ampliare gli spazi esterni con strutture più stabili, utilizzabili anche in inverno. È un tema che va regolato bene, ma che può aiutare a rendere il centro più vissuto. Allo stesso tempo stiamo lavorando per individuare le mancanze nei settori merceologici».
Sul fronte eventi, il 2025 è stato un anno intenso.
«È stato un anno di sperimentazione. La Gnoccata è stata ripensata, costruendo un percorso che ha coinvolto la città anche nei mesi precedenti. Nel 2026 l’Handmade Wine verrà ampliato e anticipato in primavera. I mercoledì estivi hanno funzionato molto e stiamo valutando di allungarli anche a settembre e di distribuirli su più zone della città».
Santa Caterina ha dato segnali positivi.
«Sì, nel 2026 lavoreremo per consolidarla. Miglioreremo la parte mercatale, che quest’anno è stata più debole, e allargheremo l’offerta, coinvolgendo anche altre produzioni del territorio, oltre al Parmigiano Reggiano e al Lambrusco».
Che ruolo ha la Pro Loco in questo percorso?
«Fondamentale. Con il rinnovo del direttivo si è creato un rapporto molto stretto. È il nostro braccio operativo su molti eventi. Santa Caterina è stata organizzata insieme. Dalla Pro Loco arrivano anche molte idee nuove, come l’Handmade, su cui continueremo a lavorare».
Guardando avanti, cosa rappresenterà il 2026?
«Il 2025 è stato l’anno in cui abbiamo costruito le basi. Nel 2026 dovremo consolidare. A gennaio la Regione delibererà i bandi legati alle aree del commercio: parliamo di risorse importanti. Per Guastalla ci aspettiamo circa mezzo milione di euro, da investire in opere pubbliche, promozione del centro storico e sostegno agli esercizi. Sono risorse che da soli non potremmo mai mettere a bilancio». © RIPRODUZIONE RISERVATA
