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L’indagine

Fondi ad Hamas, uno degli arrestati ha trenta appartamenti nel Reggiano

Stefania Piscitello
Fondi ad Hamas, uno degli arrestati ha trenta appartamenti nel Reggiano

Inchiesta Domino, il 52enne Adel Ibrahim Salameh Abu Rawwa, giordano, era stato fermato a Sassuolo. Ha proprietà a Brescello, Gualtieri, Luzzara, Viano, Toano

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Reggio Emilia Non aveva “solo” mezzo milione di euro in garage. Undici immobili a Sassuolo, altri trentatré sparsi tra Castelfranco, Finale, Modena, Bomporto, diversi Comuni della Bassa, fino all’Appennino: in totale, 44 proprietà nella provincia modenese. A questi si aggiungono circa trenta immobili nella provincia di Reggio. È questa la mappa patrimoniale di Adel Ibrahim Salameh Abu Rawwa, 52enne della Giordania arrestato a Sassuolo nei giorni scorsi nell’ambito dell’operazione “Domino”, la maxi-inchiesta che ha scosso l’Italia per le presunte attività di finanziamento verso l’organizzazione Hamas.

Secondo quanto emerso, il 52enne è titolare di un’attività di compravendita immobiliare: l’accusa si è concentrata su di lui proprio perché ha notato movimenti anomali. Oltre 40 immobili acquistati all’asta in breve tempo, senza chiedere finanziamenti. Da dove provenivano quei soldi? C’è un ulteriore aspetto su cui Rawwa dovrà fornire chiarimenti. Quando si parla di agenzie immobiliari, l’attività è prevalentemente di mediazione; nel caso delle società, invece, solitamente i beni vengono intestati alla società. Mentre questi risultano legati al codice fiscale personale del 52enne. Abu Rawwa, assistito dall’avvocato Pier Francesco Poli, risulta intestatario di immobili di varia natura: appartamenti di pregio, piccoli locali commerciali e unità di metratura ridotta, alcuni dei quali in comproprietà.

Tra gli immobili più significativi, l’appartamento in cui viveva con la famiglia in viale Eugenio Montale a Sassuolo, 7 vani – acquistato nel 2008 –, e quelli lungo la Circonvallazione Nord Est, con metrature variabili. Via Giuseppe Mazzini ospita invece un appartamento di 6,5 vani; a Sassuolo figurano immobili anche in via Braida e in via Fossetta. A Castelfranco, via Domenico Guerrazzi, unità da 5 vani. La provincia di Modena si conferma fulcro del suo patrimonio: a Finale, in via Casoni di Sotto, proprietà da 3 a 6 vani, a Modena in viale Buon Pastore, zona pregiata, un appartamento di 5,5 vani e 355 euro di rendita, secondo il catasto. Alcune proprietà a Castellarano risultano intestate solo per metà. Nel Reggiano compaiono proprietà a Brescello, Gualtieri, Luzzara, Viano, Toano. Non solo abitazioni, ma anche autorimesse, magazzini, cantine, uffici. Perfino terreni agricoli. E mentre da oggi partiranno gli interrogatori di garanzia, emergono nuovi dettagli sull’ipotesi accusatoria. Vicini e conoscenti descrivono Abu Rawwa come una persona ben integrata, un “insospettabile”. Le indagini sono ancora in corso, di certo il quadro che sta emergendo lascia trapelare qualcosa di più: un piccolo tesoretto di immobili acquistati in breve tempo. Abu Rawwa, secondo la Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo di Genova, era un nodo operativo della rete, incaricato di raccogliere fondi nel Nord Est e di farli confluire verso realtà con sede a Gaza, nei Territori palestinesi o in Israele ritenute collegate o controllate da Hamas. Operazioni che, secondo l’accusa, avvenivano anche tramite triangolazioni con associazioni estere.

Le indagini hanno ricostruito bonifici bancari, consegne di contanti e trasferimenti diretti. Nel febbraio dello scorso anno, Abu Rawwa avrebbe trasportato circa 180mila euro in una borsa dalla sede milanese dell’Associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese (Abspp), di cui era dipendente. In un garage a Sassuolo sono stati sequestrati 560mila euro in contanti. Erano nascosti in un vano appositamente ricavato, somme che secondo l’accusa derivavano da raccolte fondi presentate come umanitarie. Per l’accusa, Abu Rawwa faceva la spola tra Sassuolo e la sede dell’associazione, consegnava in contanti i soldi oppure li affidava a complici: era riuscito a raccogliere somme esorbitanti in poco tempo. Il quadro investigativo complessivo punta al presidente e legale rappresentante di Abspp, Mohammad Mahmoud Ahmad Hannoun, ritenuto esponente del comparto estero di Hamas e figura di vertice della presunta cellula italiana. L’inchiesta ha ricostruito movimentazioni per oltre sette milioni di euro. © RIPRODUZIONE RISERVATA