Case popolari, gli inquilini di Acer non pagano: morosità per 16 milioni di euro
Il presidente Amico: «Abbiamo bisogno di nuove soluzioni possibili solo costruendo alleanze istituzionali forti»
Reggio Emilia Redditi che si prosciugano, costi delle utenze che crescono e una spada di Damocle che pende sulla testa di molte famiglie reggiane. È a partire dalla pandemia di Covid-19 che la situazione pare essersi pesantemente aggravata: ad annunciarlo, portando sul tavolo una delle tante, difficili conseguenze di una crisi che investe primi fra tutti, i più fragili, è Acer. L’azienda, in occasione dell’approvazione del bilancio di previsione 2026, ha parlato chiaro: uno dei punti imprescindibili per l’anno che verrà sarà la revisione della morosità storica. Un “buco” che continua a espandersi progredendo in modo preoccupante e che ha raggiunto i 16 milioni di euro.
Risorse che dall’azienda non verranno mai incassate: per questo Acer ha “accantonato” circa 10 milioni con un fondo di svalutazione, che tuttavia non sarà sufficiente. Esperite tutte le procedure di recupero, sarà dunque necessaria un’operazione di “pulizia” dei crediti irrecuperati e irrecuperabili, spesso frutto di una crisi economica oggettiva delle famiglie inquiline, aggravate dall'impennata dei costi delle utenze dal 2022. È senz’altro la risoluzione del problema della morosità storica uno dei punti salienti della conferenza degli enti, che si è riunita ieri a Palazzo Allende sotto la presidenza della sindaca di Cavriago Francesca Bedogni. Un incontro che si è concluso con il via libera unanime al bilancio di previsione 2026 di Acer Reggio Emilia, approvando lo stanziamento di risorse che superano i 10 milioni di euro. Chiusosi in pareggio e con un incremento di un milione di euro rispetto all'esercizio precedente, il bilancio di previsione delinea una strategia centrata sulla coesione sociale e sull'evoluzione dei servizi. Il 2026, con l’avvio del programma regionale da 300 milioni di euro, destinati al recupero del patrimonio sfitto, sarà un anno decisamente importante.
Il bilancio di previsione presentato dall’Azienda Casa reggiana stanzia inoltre 1,5 milioni di euro per la manutenzione ordinaria degli immobili pubblici. Il contesto socio-economico attuale restituisce uno scenario che vede duramente colpiti non solo famiglie e soggetti fragili, ma anche le categorie essenziali per la nostra comunità – operatori sanitari, educatori, autisti, forze dell’ordine –, creando il paradosso secondo cui il lavoro non garantisce più il diritto alla casa. Di fronte a questa emergenza, Acer si pone come facilitatore e garante. Per supportare l’incrocio tra domanda e offerta di affitto a canone concordato la prima linea di intervento riguarda il cosiddetto Patto per la Casa, lo strumento di agevolazione predisposto dalla Regione Emilia-Romagna che interessa ad oggi 251 appartamenti privati di cui Acer è ente gestore. Il Patto offre garanzie concrete a copertura dei rischi tipici della locazione. Il fondo regionale copre eventuali morosità, prevede fondi dedicati a piccoli interventi di manutenzione e per le attività tecnico-amministrative. Inoltre, presenta concreti vantaggi per gli inquilini che non saranno tenuti al deposito cauzionale e avranno la possibilità di accedere a contributi a fondo perduto per la riduzione del canone. In sostanziale continuità con gli anni precedenti il piano dei rinnovi delle convenzioni: nel 2026 saranno 8 per la gestione degli alloggi pubblici, tra questi anche quello con il Comune di Reggio, e altrettanti nell’anno successivo.
Il Cda di Acer ha condiviso l’impegno per un’ampia esplorazione delle nuove frontiere dell’abitare in grado di promuovere formule abitative evolute e rispondere ai nuovi bisogni demografici e relazionali della comunità. Nell’ottica di semplificazione e vicinanza al cittadino, si inserisce l'obiettivo prioritario di attivare uno sportello unico per l'abitare, che aggregherà in un solo punto di accesso i servizi relativi all'edilizia residenziale pubblica, a quella sociale e all'agenzia per l’affitto, superando la frammentazione attuale. Grazie a questo strumento, cittadine e cittadini potranno orientarsi con maggiore facilità, trovando in un unico luogo tutte le informazioni e i servizi necessari. Non meno rilevante sarà il fronte della legalità, dove il coordinamento stretto con le polizie locali e le forze dell’ordine, potrà garantire un contrasto efficace alle occupazioni abusive e una maggiore sicurezza nei quartieri. Il modello operativo prevede il coinvolgimento di istituzioni, privati, terzo settore e cittadinanza, strutturato attraverso tavoli di concertazione dedicati.
«Le difficoltà dei cittadini ad accedere ad una casa dignitosa a costi sostenibili è ormai lo specchio di un sistema di diseguaglianze radicate – concludono la presidente della conferenza degli enti, Francesca Bedogni e il presidente di Acer Federico Amico –. Abbiamo bisogno di sguardi nuovi e nuove soluzioni possibili solo costruendo alleanze istituzionali forti e ricostruendo una fiducia sociale diffusa. Per questo, il 2026 non sarà solo un anno di gestione ordinaria, ma l'anno in cui si concretizzeranno nuovi strumenti per affrontare le urgenze dell'abitare». l © RIPRODUZIONE RISERVATA
