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Atletica

Un bronzo mondiale che parla ferrarese. Aouani terzo nella maratona

Marco Nagliati
Un bronzo mondiale che parla ferrarese. Aouani terzo nella maratona

Iliass vive a Ferrara e qui, con il clima giusto, ha preparato la corsa iridata di Tokyo: «Sono stato folle da sognare in grande»

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Ferrara «Questa mattina mio padre, quando si alzerà per andare a lavorare in cantiere, avrà una bella sorpresa e sarà fiero di me. Sono stato folle da sognare in grande, soprattutto dopo l’oro europeo in maratona. E quando ci credi tanto, spesso, i sogni si realizzano. Ho sempre saputo di essere un campione, anche quando nessuno conosceva il mio nome». Si chiama Iliass Aouani e da oggi, sul far dell’alba italiana, ha al collo il bronzo mondiale della maratona corsa a Tokyo.

Italo-marocchino (nato a Fkih Ben Salah il 29 settembre del ’95), Iliass da piccolo s’è trasferito nel Milanese (a Ponte Lambro) al seguito del papà. Dopo il liceo scientifico è volato in Texas (Lamar University), poi a Syracuse (stato di New York) laureandosi in ingegneria civile (triennale) e strutturale (magistrale). Ha abbracciato la corsa nel 2011 (mezzofondo; nel 2019 ha raggiunto la finale Ncaa sui 10.000) e nel 2021, di rientro dagli States, ha iniziato a vivere a Ferrara.

Nella media distanza ha vinto tutto (pista, strada e cross), allargando quindi gli orizzonti sulla corsa che più di ogni altra è intrisa di epica: il dioscuro estense ha così emulato i greci dell’antichità. Oggi si è preso un meraviglioso bronzo al termine di una gara tattica, condotta in modo esemplare, con il tempo di 2h09’53”. È il coronamento di una stagione fantastica per il ferrarese campione continentale in carica, avendo trionfato ad aprile nella prima edizione degli Europei di corsa su strada in Belgio.

La gara iridata del Sol Levante è stata vinta dal tanzaniano Alphonce Simbu in un incredibile fotofinish con una volata mozzafiato, in rimonta sul tedesco Amanal Petros, che era in testa all’ingresso nello stadio (2h09’48” il crono per entrambi): tre centesimi hanno stabilito l’ordine d’arrivo. Cinque secondi dietro, ecco Aouani. Pazzesco per una maratona.

Nella storia dei Mondiali quella di Iliass è la quinta medaglia azzurra nella maratona maschile, dopo un argento (Vincenzo Modica 1999) e tre altri bronzi (Gelindo Bordin 1987, Stefano Baldini 2001 e 2003). L’impresa di Aouani s’inserisce nel solco di una grande tradizione tricolore e rilancia una specialità che negli ultimi anni era apparsa in difficoltà. Come molte maratone di campionato, complice il caldo umido della mattinata di Tokyo, la selezione ha tardato ad arrivare. Iliass era pronto: negli ultimi allenamenti di rifinitura a Ferrara aveva scelto orari che meglio potessero avvicinarsi al clima nipponico. È dopo il 35º km che l’atleta delle Fiamme Azzurre, bandana nera sotto il cappellino bianco, inizia ad affacciarsi nelle posizioni di vertice, quando comanda l’ugandese Abel Chelangat. In un tratto in salita molti perdono terreno, mentre Aouani mantiene il contatto e transita davanti al 40º in 2h03’33”. Lì coach Magnani gli chiede il colpo d’ala: uno scatto studiato a tavolino alla vigilia. Non tutti reggono. Cinque atleti si giocano il titolo all’ultimo chilometro in un finale palpitante: detta il ritmo Simbu, cede Chelangat, come l’israeliano Haimro Alame; rimane un terzetto per le medaglie, con Petros che sembra lanciato verso l’oro, prima di venire beffato sul traguardo. Festeggia il bronzo Aouani, ex recordman italiano con 2h07’16” nel 2023 a Barcellona, prima di tornare a migliorarsi nel dicembre dell’anno scorso con 2h06’06” a Valencia, secondo azzurro di sempre. Ma oggi non era gara da crono, bensì di grinta e carattere.

«È uno di quei momenti che si sognano per tutta la vita – racconta con emozione Iliass –, una medaglia che mi rende orgoglioso ma non appaga la mia fame. Sono grato per chi ha creduto in me, felice di alzare il tricolore e di aver reso felici tante persone: la mia famiglia, il coach Massimo Magnani e tutto lo staff che mi segue. Al quindicesimo chilometro affioravano voci della mia parte oscura che mi vuole far mollare, prima un crampino e poi a metà gara durante uno spugnaggio ho perso una lente a contatto, però le ho messe subito a tacere. Sono entrato nello stadio ed è stato bellissimo, puntavo all’oro, ma gli altri sono stati più bravi di me. L’anno scorso ho vissuto la delusione di non essere stato convocato per le Olimpiadi, gli ultimi due mesi sono stati molto complicati anche per qualche infortunio. Questo bronzo arriva dal nulla. In questa medaglia c’è di tutto: momenti di delusione in cui volevo mollare, lacrime versate in macchina da solo, ma ce l’ho fatta. Ho scritto il mio nome su una pagina dell’atletica italiana. E spero che la mia storia sia d’ispirazione per tutti». Poi si ferma col groppo in gola. Il suo nome è Iliass Aouani.

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