Gazzetta di Reggio

La Zita non si ferma dopo l’incendio: «Pronti a rialzarci, quanta solidarietà»

di Daniele Montanari
La Zita non si ferma dopo l’incendio: «Pronti a rialzarci, quanta solidarietà»

Luca Biolchini, gestore dell’albergo ristorante a Vesale di Sestola: «L’attività va avanti nella Locanda San Giorgio, ricostruiremo tutto più bello di prima. Mille messaggi ricevuti per dirci di non mollare, aiuti dai colleghi: grazie di cuore a tutti»

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SESTOLA. «Ricostruiremo tutto. E lo renderemo anche più bello di prima». Si è rimboccato subito le maniche Luca Biolchini, anima della storica Locanda Zita di Vesale devastata giovedì 16 ottobre da un incendio che ha distrutto la cucina e, assieme al tetto, tutto l’ultimo piano, dove c’erano le quattro nuove camere costruite da pochi anni. Ieri mattina, assieme al resto della famiglia e allo staff, era già lì a portare via il necessario che ha permesso al popolare ristorante di ripartire con l’attività già ieri sera nella sede succursale della Locanda San Giorgio, a pochi metri.

Ripartiti subito

Una realtà acquisita sette anni fa e finora adibita solo al pernottamento, con le eleganti camere. A tempo di record, ieri è stato riattivato anche il ristorante, trasferendo lì strumenti e competenze che hanno reso famosa la Zita per la sua cucina tipica montanara e la capacità di accoglienza. Il lavoro insomma non si ferma. «Alla gente che aveva prenotato abbiamo detto che l’attività non si è fermata, si è solo trasferita – spiega Biolchini – e abbiamo trovato comprensione. Ma abbiamo trovato anche tantissima solidarietà: mi sono ritrovato mille messaggi e chiamate sul telefono di clienti (anche gente di Roma e Milano) che ci incoraggiavano ad andare avanti, a non arrenderci alla batosta. Ho avuto anche la solidarietà piena dei miei colleghi albergatori, sia locali (Biolchini è presidente del Consorzio Cimone Holidays, ndr) che non. C’è stato anche chi mi ha fatto trovare qui, subito alla mattina, furgoni e operai pronti a darci una mano a portare via la roba senza chiedere nulla. Gente d’oro, grazie di cuore. Ci tengo poi a ringraziare a nome della famiglia i vigili del fuoco per il dispiegamento di forze che ha permesso di arginare l’incendio (sono rimasti al lavoro fino a mezzanotte, ndr). E con loro carabinieri, polizia Locale, amministrazione comunale e tutti i cittadini che si sono stretti a noi in questo momento difficile».

Le cause

Anche ieri mattina i pompieri erano sul posto per capire quali sono state le cause del disastro. Dai primi riscontri, pare che il fuoco sia partito da un guasto nel motore della cappa della cucina, fiammate che hanno incendiato il tetto. Sarebbero poi arrivate giù alla cucina di ritorno, dall’alto verso il basso, e non dal basso verso l’alto come ipotizzato inizialmente. I danni comunque sono pesantissimi: distrutti il tetto rifatto nel 2015, le quattro camere nuove che c’erano sotto, la cucina rifatta tra il 2019 e il 2020. E gran parte del resto da bonificare, per il fumo e l’acqua. A parte la sala, risparmiata per fortuna. «Ci sarà tanto da fare, ma lo faremo – dice sicuro Luca – la Zita tornerà al più presto, e sarà ancora più bella di prima».

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