Gazzetta di Reggio

Mattarella: 'guerra colpisce civili, questo non può rimanere impunito, no numeri ma volti'

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Berlino, 16 nov. (Adnkronos) - "Il Novecento, con lo sviluppo della industrializzazione della morte, ha trasformato la tragedia dei soldati in tragedia dei popoli. Nei borghi d'Europa e nelle città distrutte dai bombardamenti, nelle campagne devastate, milioni di civili divennero bersaglio. Deportazioni, genocidi hanno caratterizzato la Seconda guerra mondiale. Da allora il volto della guerra non si riflette soltanto in quello del combattente, ma diviene quello del bambino, della madre, dell'anziano senza difesa. É quanto accade oggi, a Kiev, a Gaza". Lo ha sottolineato a Berlino il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso al Bundestag in occasione della cerimonia della 'Giornata del lutto nazionale', a 80 anni dalla fine della Seconda guerra mondiale. "La guerra totale esige non la sconfitta, la resa del nemico, ma il suo annientamento -ha denunciato quindi il Capo dello Stato- Un accrescimento di crudeltà. Nel dopoguerra la nascita delle Nazioni Unite, le Convenzioni di Ginevra hanno acceso la speranza di una pace fondata sul diritto, riaffermando un principio fondamentale: la popolazione civile deve essere protetta in ogni circostanza. La cronaca successiva -dal Biafra ai Balcani, dal Ruanda alla Siria, fino all'Ucraina, alla Striscia di Gaza, al Sudan- ci mostra che la guerra continua a colpire soprattutto chi combattente non è. Oggi secondo le Nazioni unite oltre il 90 per cento delle vittime dei conflitti è tra i civili. Questo non può rimanere ignorato e impunito. Il numero di persone costrette ad abbandonare le proprie case, la propria terra non ha precedenti. Secondo il Rapporto reso noto ad aprile dall'Alto commissariato per i rifugiati, questi erano 122 milioni, in aumento di anno in anno. Anche qui, non si tratta di statistiche, sono volti, persone in cammino, famiglie cancellate alle quali viene sottratto il futuro che preparavano". "Il diritto internazionale umanitario, argine alla disumanità della guerra, è messo in discussione dai fatti, ma nessuna circostanza -ha concluso Mattarella- può giustificare l'ingiustificabile: i bombardamenti nelle aree abitate, l'uso cinico della fame contro le popolazioni, la violenza sessuale. La caduta della distinzione tra civili e combattenti colpisce al cuore stesso lo stesso principio di umanità. È l'applicazione sistematica dell'ignobile pratica della rappresaglia contro gli innocenti. Colpisce l'ordine internazionale, basato sul principio del rispetto tra i popoli e del riconoscimento dell'orrore della guerra, oggi aggravata dal continuo irrompere di nuove armi".