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I 25 anni di corse di Montermini

Aldo Spadoni
I 25 anni di corse di Montermini

Nozze d'argento per Andrea Montermini che festeggia i 25 anni di carriera automobilistica nella quale ha praticamente disputato gare in tutte le categorie dai kart alla F1.

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CASTELLARANO

Nozze d'argento per Andrea Montermini che festeggia i 25 anni di carriera automobilistica nella quale ha praticamente disputato gare in tutte le categorie dai kart alla F1. Ad attenderlo anche in questa stagione il prestigioso ed impegnativo campionato GT con la fiammante Ferrari. Montermini nelle ultimi stagioni non ha svolto solo la sua professione di pilota professionista, ma si è messo a disposizione del progetto "Guida sicura" dell'Automobil Club Italia rivolto ai giovani delle scuole per imparare a fronteggiare gli imprevisti e per gestire al meglio le situazioni critiche che ogni giorno si affrontano in auto.

Montermini ci racconti come e quando è iniziata la sua passione per il mondo delle auto e delle corse?

«Credo di esserci nato con la passione per il mondo sia dei motori che delle corse. A 9 anni guidavo già nella cava di famiglia e subito dopo ho iniziato con il kart; tanti sacrifici in quanto tutto solo nel mio garage di casa mettevo a punto il mezzo, mi alzavo prestissimo il mattino, caricavo il kart e via a San Pancrazio a gareggiare».

Quando la svolta che le ha permesso di diventare un apprezzato pilota professionista?

«Un po' per caso un po' per fortuna, avevo 13 anni ed a tutti i costi volli partecipare ad un corso federale Csai per ottenere la licenza; tra me e me pensavo fosse solo un modo di conoscere gente e di capire come poteva essere la vita e l'emozioni che può provare un pilota per poi tornare nella mia Roteglia e continuare nel mio lavoro essendo perito ceramico. Era il 1987 e mi venne data la possibilità di partecipare a 4 prove del Trofeo Formula Alfa Boxer; entrai alla quinta gara del calendario ed a Monza proprio all'ultima possibilità vinsi proprio in concomitanza con il Gran Premio di Formula 1. Continuai così la stagione ottenendo altre due vittorie e due pole position. Nello stesso anno ebbi la bella soddisfazione di vincere nella mia categoria al Motor Show di Bologna salendo sul podio con Nannini che vinse la gara riservata al Turismo: ciò mi permise di incassare i soldi per poter continuare a sperare nel grande salto di categoria».

Come continuò a questo punto la sua carriera e come arrivò all’atteso debutto in Formula 1?

«Nell'88-89 partecipai al Campionato Italiano F3 vincendo una gara, oltre a 4 podi e 3 pole position debuttando a livello europeo a Donington Park contro piloti come Irvine e Fentzen , giungendo poi secondo a Montecarlo con il record della pista. Proprio il giorno di Ferragosto del 1990 vengo convocato a Monza dalla Scuderia Italia con Pirro e De Cesaris per un collettivo e divento 3° pilota e test driver del Team Ferrari F1; mi è sembrato di toccare il cielo con un dito e nei vari test ho percorso oltre 12.000 chilometri. Nel 1990 debuttai in F.3000 con la scuderia di Mansell, nel 1992 con la scuderia "Barone Rampante (la stessa di Zanardi che nel '91 gareggiava con me in Formula 3) ottenni la vittoria in Coppa del Mondo a Buenos Aires nell' International F3000 divenendo vice-campione mondiale con 4 vittorie e qui i miei avversari erano i vari Fentzen, Coulthard, Badoer e Damon Hill. Nel 1993 vengo chiamato a Le Castellet sede del Team Larousse, firmo il contratto e sono certo di partecipare al campionato di F1, ma la scuderia attratta dal "dio denaro" ingaggia a sorpresa un altro pilota che porta con se un budget di oltre 12 milioni di dollari. Scelgo tra il 1993-94 di fare il test driver del Team Benetton oltre ad attraversare l'oceano per partecipare al campionato Formula Indy con un ottimo ed indimenticabile 4° a Detroit. A Barcellona però ho un terribile incidente nel quale a 260 Kmh mi schianto in quanto all'ora il problema nei circuiti era sottovalutato, dopo i primi attimi in sala di rianimazione me fortunatamente me la cavo e grazie al dottor Costa dopo poco tempo mi rimetto al volante. Purtroppo il mio arrivo a tutti gli effetti in F1 arriva dopo il tragico week-end automobilistico del Gp di San Marino ad Imola che costò la vita anche ai piloti Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna , oltre allo scontro quasi mortale di Rubens Barrichello: prendo il posto di Ratzemberger sulla Simtek e disputo 14 gran premi. Purtroppo capisco subito come funzionano le cose, il motore non revisionato aveva un'autonomia di 15 giri il che significava nessuna prova libera, 1 giuro massimo 2 di qualifiche e 15 in gara se andava bene. Nel 1996 io e Luca Badoer gareggiamo nei primi dieci Gp della stagione poi la scuderia non esiste più, era la Forti Grand Prix. Troppo umiliante gareggiare così in F1 senza avere la possibilità di dimostrare i propri mezzi, scelgo l' IMSA Championship USA con la gloriosa Ferrari 333 SP, ottengo 4 successi e 5 pole oltre a partecipare alle 24 Ore di Le Mans con la Nissan R390GT».

A questo punto quindi si riapre una nuova carriera?

«Direi proprio di sì, Le Mans e Daytona diventano i circuiti nei quali ogni pilota ama gareggiare ottenendo il titolo di vice-campione del mondo nel Campionato Indy Car partecipo ai vari campionati FIA GT1 ottenendo numerose vittorie tra le quali proprio Le Mans nel 2003 sempre con la Ferrari e nel 2006 sono vice-campione del mondo; partecipo poi a qualche gara del Campionato Grand Am con Lexus e Doran. Nel 2007 arriva il titolo nell' International GT Open è l'Internazionale nel 2008 con 12 vittorie (3 volte Vallelunga, 2 volte Estoril, 2 volte Valencia, Budapest, Oschersleben, Brands Hatch ). Nel 2010 arriva il Campionato Italiano GT , l'anno passato poi per un solo punto».

Quale la preparazione fisica e mentale di un pilota e la differenza tra F1 ed altre categorie?

«La preparazione atletica e la cura della persona soprattutto nello stile di vita e nell'alimentazione sono le basi di crescita e di riuscita nella carriera di un pilota. In F1 si fa una preparazione atletica ed aerobica tutti i giorni almeno due ore, mentre nelle altre formule ci si prepara per tre o quattro giorni. L'alimentazione come in tutti gli altri sport è la benzina che ti permette di superare i momenti difficili e la fatica pensando che tra l'abbigliamento ed il calore sprigionato dal motore all'interno dell'auto si possono raggiungere temperature di 80° ed in una gara si possono arrivare a perdere sei chili».

Quali le altre passioni di Andrea Montermini?

«Amo tennis e sci in particolare. Anche se non sono un appassionato di calcio ho sempre seguito con affetto il Roteglia».

Quali le pressioni emotive avute in famiglia per la sua carriera di pilota?

«Essendo uno sport dove la velocità la fa da padrone, è stato chiaro che all'inizio i miei genitori avevano paura, ma non mi hanno mai messo eccessive pressioni, nel tempo sono diventati appassionati, inoltre sono sempre stati al mio fianco nei momenti più difficili della carriera rispettando le mie idee e le mie scelte giuste o sbagliate che fossero».

Quali le motivazioni che l'anno spinta a collaborare al progetto "Guida sicura"?

«Il motto "in strada ed in pista vincono le regole" mi ha subito fatto dire sì all'iniziativa, trovarsi come tutor di migliaia di ragazzi a cui trasmettere ciò che hai appreso in tanti anni è un'esperienza stupenda; spiegare loro che la sicurezza, la tranquillità e la tecnica di guida sono aspetti basilari di ogni persona che si mette in strada con un'auto. Dico loro che dopo 25 anni di carriera ancora oggi quando entro all'interno di un'auto imparo qualcosa e questo mi serve per migliorare".

Quale altra cosa oltre ad una gara le ha dato una grande emozione?

«Una delle cose più gratificanti senza ombre di dubbio quella di aver sviluppato e collaudato la Pagani Zonta-R 5900, un bolide che raggiunge i 340Kmh. Del quale ne sono stati prodotti 15 esemplari venduti penso alla cifra di 2 milioni di euro ciascuno».

Quale il suo programma per il 2012?

«Cercherò di vincere il campionato internazionale GT ed è possibile che partecipi alle 24 Ore di Le Mans e Daytona dove andrò solo dopo aver appurato se il progetto ha una buona base di partenza. Ci tengo molto anche a sottolineare che dopo 25 anni di attività' penso che posso fare ancora molto nelle corse e nell'automobilismo perché questa è la mia passione e la mia vita».