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Ramzi Aya si sfoga «E’ finito un incubo rovinata la carriera»

Ramzi Aya si sfoga «E’ finito un incubo rovinata la carriera»

«Da Barilli non mi aspettavo un simile trattamento dopo aver contribuito alla salvezza della Reggiana»

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REGGIO. Il trasferimento al Rimini rappresenta per Ramzi Aya la fine di un incubo. «Non potrei definirlo in altro modo – rimarca lo stesso atleta romano – perché è stato un periodo difficilissimo della mia carriera. E’ dura rimanere a guardare i compagni, allenarsi ma non far parte del gruppo e senza una spiegazione».

E’ più la rabbia o il rammarico?

«La rabbia perché Barilli ha danneggiato la mia carriera. Pensavo di meritare ben altro trattamento dopo quanto fatto lo scorso anno, con quella salvezza raggiunta in modo miracoloso a Cuneo».

Ma cosa è successo?

«A gennaio dello scorso anno potevo andare via ma il ds Varini e il tecnico Apolloni mi chiesero di rimanere per aiutare la Reggiana a salvarsi. E così ho fatto, nonostante una classifica difficile, in una situazione complicata per tanti aspetti».

La salvezza a Cuneo e poi ancora ai margini della prima squadra.

«Lo scorso anno abbiamo raggiunto il massimo delle nostre possibilità con quella salvezza che sembrava impossibile. Tutti abbiamo dato l’anima e per questo mai mi sarei aspettato un trattamento del genere. Quattro mesi fuori senza mai dire una parola, senza creare il minimo problema».

Poi cosa è successo questa estate?

«Lo scorso anno Barilli mi disse che ero uno dei migliori, poi prima del ritiro non facevo più parte del progetto. Una scelta che ho accettato ma pensavo a una soluzione per andare via. Il presidente, però, ha esercitato delle pressioni sul mio procuratore perché accettassi una destinazione senza fiatare».

Lei ha rifiutato alcune squadre?

«All’inizio volevo mantenere la categoria e non ho accettato il Santarcangelo ma in seguito ero entrato nell’ordine di idee di accettare alcune soluzioni ma Barilli non voleva ragionare in termini di scambi. Non è vero che ho rifiutato la Spal, così come non so spiegarmi come sia saltata la trattativa con il Nova Gorica ma temo che il problema sia sempre stato Barilli. Apolloni mi voleva e mi avevano proposto un triennale. C’era una trattativa con la Juve Stabia che offriva Martinelli o Jiday ma non andavano bene per Barilli perché troppo scarsi. In questi giorni si erano fatte avanti Carrarese, Gubbio e altre ma l’ostacolo era sempre il solito».

Ma cosa le ha fatto Barilli, dove nasce questo astio?

«Credo che tutto risalga al fatto che io dovevo tornare alla Fiorentina per 150mila euro. Era l’accordo tra Corsi e Corvino ma poi il diesse è andato via e tutto è saltato».

Quindi non è vero che voleva la serie B?

«E’ un’altra bufala. Barilli con me non si è mai comportato bene e posso dire che mi ha penalizzato».

Il suo problema è stato solo Barilli?

«Assolutamente sì, con me non è mai stato sincero».

Lei come Magliocchetti aveva fatto vertenza al collegio arbitrale per mobbing ma poi ha ritirato l’istanza, perché?

«Non volevo mettere in difficoltà il direttore sportivo Massimo Ienca che con me si è sempre comportato benissimo e non posso che ringraziarlo. Anche il mio procuratore mi aveva consigliato di ritirare la denuncia anche se poi non è servito a niente».

Per Magliocchetti saranno altri sei mesi d’inferno?

«Io sono riuscito a muovermi perché ho 80 partite in serie C e sono di qualche anno più giovane ma rimanere sei mesi fermi, in questo calcio, è terribile. Si dimenticano di te, non esisti più. Per questo parlo di un danno professionale clamoroso».

Ma non poteva essere utile alla Reggiana di Battistini?

«Battistini si è sempre comportato correttamente ma capisco che ha dovuto sottostare a determinate imposizioni che avrebbe dovuto portare avanti fino alla fine. A lui e al ds Ienca non posso rimproverare nulla. Io, in ogni caso, mi sono sempre impegnato ogni giorno dando sempre l’anima in allenamento».

Cosa le resta di questi tre anni e mezzo alla Reggiana?

«Togliendo Barilli, sono stati anni importanti in cui sono maturato come uomo e come calciatore. Un’esperienza fantastica in una piazza importante».

Con i tifosi ha avuto qualche scontro.

«Il mio difetto e pregio è quello di dire ciò che penso. Ci sono state delle incomprensioni poi superate perché io sono un uomo vero. E’ logico che ho commesso anch’io tanti errori ma è proprio da questi che ho imparato».

C’era chi aveva messo in giro la voce che era un giocatore difficile da gestire.

«Un’altra falsità. Io non ho mai avuto un problema con i compagni ma sempre Barilli, a chi chiedeva informazioni, diceva che spaccavo lo spogliatoio. Niente di più falso».

Lo scorso anno c’era stato quell’episodio con Ardizzone.

«Con Francesco ho un rapporto fraterno, mi sento con lui quasi tutti i giorni. Questo per dire che è stato un episodio senza strascichi: io ho detto una parola di troppo, una l’ha detta lui ed è successo».

E sul piano sportivo?

«La salvezza a Cuneo mi rimarrà dentro, con una partita che sembrava segnata. Poi il primo anno con Corsi e Fontanesi è stato molto bello».

Adesso, a 24 anni, ricomincia da Rimini?

«Sì, mi rimetto in gioco con un contratto di sei mesi e l’opzione per il prossimo anno. Vado in una società che si è rafforzata a tutti i livelli, con un allenatore che stimo come Osio. L’obiettivo è di approdare alla serie C unica». (w.m.)