Gazzetta di Reggio

Sport

«Basta col calcio, faccio l’ambulante»

di Wainer Magnani
«Basta col calcio, faccio l’ambulante»

Danilo Zini: «Raccolgo l’eredità di mio padre e vado a vendere abiti al mercato ma prima vinco la D con la Correggese»

3 MINUTI DI LETTURA





REGGIO. Danilo Zini sarà sempre un capitano, nel calcio come nella vita. Un esempio per i suoi compagni della Correggese, per i suoi tre figli ma anche per tanti reggiani. «Arrivi a un certo punto della tua vita – spiega il difensore di Rio Saliceto – che devi prendere in mano il tuo destino. Non si può sempre vivere di calcio, anche perché a certi livelli non ti può garantire un futuro sereno. Così mi sono rimboccato le maniche e ho ereditato la professione di mio padre: farò il venditore ambulante». Proprio così, il capitano della Reggiana e oggi uno degli uomini simbolo della Correggese che sta conquistando la serie C ha deciso di cambiare vita. Ogni martedì e venerdì espone il suo banco sotto Broletto. «Sto imparando l’arte. Vendo abbigliamento femminile per taglie forti – prosegue – anche se ora sto arricchendo l’offerta con le sciarpe che produce e commercializza mio fratello».

L’ambulante è un duro lavoro che poco si concilia con la professione del calciatore. «E’ vero. Al mattino mi devo alzare alle sei e fino alle due del pomeriggio non ho finito. Spesso, anzi quasi sempre, mangio un pezzo di pizza e poi mi presento al campo a Correggio per l’allenamento. Non so fino a quando posso andare avanti, anzi a dire la verità se con la Correggese festeggerò la promozione in serie C potrei anche dire basta per dedicarmi a questa nuova attività».

Danilo Zini ha toccato con mano una nuova realtà dove a fine mese occorre far quadrare i conti. «Nel calcio a questi livelli fai fatica a sbarcare il lunario per cui ti devi guardare intorno. Fare l’ambulante mi piace e oltre ai mercati a Reggio vado anche a Modena e Parma ma assieme a mio padre stiamo anche pensando di andare oltre, magari in Veneto. Reggio è una città che si sta impoverendo. Lo capisci andando al mercato. In giro ci sono solo extracomunitari che hanno un budget di spesa molto ridotto. A Reggio si lavora poco, la crisi si tocca con mano. La gente non ha soldi da spendere».

Zini ha già acquisito la mentalità del commerciante, percepisce subito la realtà. «Da giocatore vivi un pò fuori dal mondo, anche se in questi ultimi anni è cambiato molto. Un giocatore di serie D o anche di serie C ha un modesto stipendio e non può vivere con l’illusione che un giorno andrà in serie A».

L’ex difensore di Atalanta, Pistoiese, Ascoli, Rimini, Catanzaro, Sambendettese e soprattutto Reggiana ha una famigia pesante sulle spalle. «Devo pensare al futuro dei miei tre figli che sono ancora piccoli. Mi sento ancora bene fisicamente, alla Correggese potrei rimanere anche il prossimo anno ma a 36 anni devo fare il salto del fossato. A livello sportivo mi sono tolto le mie soddisfazioni, potrei concludere con un’altra promozione, storica per la Correggese, non sarebbe male».

©RIPRODUZIONE RISERVATA