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«Grissin Bon fortissima parola di Dan Peterson»

«Grissin Bon fortissima parola di Dan Peterson»

Commenterà le finali e non ha dubbi: «Reggio può vincere l’Eurochallenge»

23 aprile 2014
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REGGIO. Mamma butta la pasta!. È questa la frase che sperano di sentire i tifosi reggiani nei minuti finali della gara di venerdì tra Grissin Bon e Royal Hali, quando al PalaDozza di Bologna i biancorossi si giocheranno l'accesso alla finale di Eurochallenge e il pass per la prossima Eurocup.

La voce è quella, inconfondibile, di Dan Peterson: più che un allenatore, un'icona dello sport con la palla a spicchi e non solo. L'ex coach dell'Olimpia Milano sarà infatti una delle voci che, assieme a quella di Davide Draghi, commenteranno le prossime Final Four, accompagnando la Grissin Bon in questa sua storica avventura europea.

Coach, come vede Reggio per questa Final Four?

«La Grissin Bon, se non la migliore in assoluto, è una delle più attrezzate squadre difensive della serie A e la prima in assoluto per il numero di palle recuperate. Squadra tosta, faccio i complimenti a Max Menetti per il gran lavoro che ha fatto con la sua formazione».

Quali sono gli altri punti di forza dei biancorossi?

«È un team con del talento, ma tutti i giocatori giocano per la squadra e non per loro stessi, aiutandosi ai due lati del campo. La Grissin Bon però non è solo difesa: Reggio ha i numeri per fare bene anche in attacco e ci sono tanti giocatori che mi piacciono».

Quali in particolare?

«Cinciarini è un gran giocatore: sta facendo un'altra buona stagione e come i suoi compagni è uno disposto a giocare per la squadra e non per le sue statistiche. Brunner e Bell sono due che fanno la differenza, così come James White. Reggio ha grandi potenzialità».

Quali sono le chance della Grissin Bon in questa fase finale dell'Eurochallenge?

«In un torneo come la Final Four può succedere di tutto. Reggio deve giocare tranquilla, con la gioia nel cuore, se posso dire così. Non deve farsi condizionare dall'importanza della posta in palio o dalla pressione, perché ha le qualità e lo spirito per far bene».

Che effetto le fa vedere di nuovo il Pala Dozza ospitare una finale di una coppa Europea?

«Ah, è importantissimo per l'Italia e per un impianto storico come quello di piazzale Azzarita che vi si torni a giocare una finale di questo livello. Per far capire quanto fascino abbia, racconto un episodio della mia carriera: quando ho dovuto decidere se venire ad allenare in Italia, quello che mi ha spinto ad accettare la proposta della Virtus Bologna, nel 1973, sono state le immagini del PalaDozza. Che impianto. Sono molto contento di tornarci in questa occasione».

Oltre all'Eurochallenge, anche l'Eurolega tornerà a decidersi in Italia, a Milano, dopo diversi anni: quale significato hanno per il movimento cestistico italiano questi due eventi continentali?

«L'Italia ha fatto benissimo ad organizzare le due Final Four: significa che la capacità di gestire gli eventi, di attirare persone e l'importanza che ha il Paese nel basket europeo sono ancora grandi».

Riuscirà la sua Milano ad emulare Reggio e conquistarsi le Final Four in casa?

«Milano non può più sbagliare, in questa gara 4 con il Maccabi si gioca tutto: se perde va a casa, ma se vince credo che sia destinata a vincere anche gara 5, che si giocherà di nuovo ad Assago. Anche il Maccabi sa di giocarsi quasi tutto in questo match in Israele e credo che in ogni caso questa gara sarà decisiva».

Quindi, nonostante i successi delle spagnole, i petroldollari russi ed i grandi investimenti delle squadre turche, l'Italia può ancora dire la sua a livello europeo?

«Certo, l'Italia può ancora fare bene e questi due appuntamenti ne sono la prova».

Daniele Valisena