Gazzetta di Reggio

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Il Mirabello è alla ricerca di un padrone

di Wainer Magnani
Il Mirabello è alla ricerca di un padrone

In agosto scade l’affitto e la Fondazione dovrà indire una nuova gara d’appalto partendo da un contributo di 40 mila euro

24 aprile 2014
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REGGIO. A prescindere da come la si vuole raccontare, la verità è una sola: Reggio ha un solo stadio, il Mirabello. Il Città del Tricolore, a prescindere dalle dichiarazioni di facciata, è a tutti gli effetti uno stadio privato, di proprietà del Gruppo Mapei e per il suo eventuale utilizzo occorre bussare alla porta e non sempre si è ricevuti.

Il Mirabello è un pezzo di storia del calcio granata che è stato smontato come un Lego e ora è rimasto solo lo “scheletro” di ciò che negli anni passati è stato il tempio della Reggiana.

Oggi il Mirabello è chiuso per le opere di miglioria al terreno di gioco. Un lavoro di carotatura come si usa dire in termini tecnici. Semplicemente il terreno di gioco verrà “tagliato” e riseminato. Nulla di particolare. Si tratta di mettere una pezza a una situazione che, oggettivamente, inizia a essere insostenibile. Per il prossimo anno è impensabile ripetere l’esperienza del Mirabello quale sede degli allenamenti quotidiani della Reggiana e in più delle partite al sabato della Berretti e alla domenica del calcio femminile.

Occorre partire da un presupposto: la situazione è insostenibile e occorre intervenire in modo serio e radicale per rendere utilizzabile il Mirabello. L’unica soluzione fattibile, anche in termini di costi, è trasformare il terreno di gioco in sintetico, predisporre la possibilità di aumentare la capienza dello stadio con delle tribunette in gradoni dove un tempo c’erano i distinti. Costo stimato dell’operazione attorno ai 500mila euro da finanziare attingendo a un mutuo. Come riuscire ad ammortizzare questo intervento garantendo la rata del mutuo decennale? Le strade sono diverse. Se ci sarà il coinvolgimento della Reggiana è possibile un contributo pari a quanto il presidente Barilli (quasi 50mila euro) risparmierà per l’affitto dei campi di via Agosti. Ma forse non è sufficiente. In questa logica Anzio Arati ha una proposta nel cassetto e c’è un progetto elaborato dalla Tecton che prevede la costruzione dai trenta ai cinquanta garage parzialmente interrati da costruire su due lati dello stadio, dove un tempo c’erano la curva nord e distinti. Strutture che il gestore dello stadio potrà affittare. Ovviamente non è possibile la vendita dato che l’area del Mirabello è di proprietà del Comune.

L’altro capitolo riguarda la gestione del Mirabello che oggi è affidata a Claudio Sarti e alla Reggiana femminile. Ad agosto scade questa convenzione e la Fondazione dovrà indire una nuova gara d’appalto con un contribuito di 40mila euro. Un presupposto che potrebbe portare al disimpegno da parte di Claudio Sarti dato che le spese superano gli introiti. Tra le varie soluzioni all’orizzonte, oltre alla Reggiana, c’è la possibilità di una coalizione tra le società cittadine per la gestione del Mirabello, caso mai non più per tre anni ma allungando il periodo a otto o meglio ancora a dieci anni. Con questi presupposti potrà avere una fattibilità il progetto di uno stadio con campo in sintetico e una capienza aumentata. Questo consentirebbe un utilizzo della struttura in modo costante, quotidiano e con un maggior numero di squadre.

La Reggiana, ad esempio, il prossimo anno è intenzionata a dare il via a un’accademia granata oppure le tante società che svolgono solo attività di settore giovanile potrebbero trovare uno sbocco nell’utilizzo del Mirabello, anche solo per le tante iniziative che ogni anno vengono messe a calendario.

C’è anche chi ipotizza, come è accaduto per il Città del Tricolore, un abbinamento del Mirabello a uno sponsor. Eventualità resa possibile proprio dal fatto di avere un contratto d’affitto pluriennale.

Sono tematiche che verranno a breve poste sul tavolo, non solo della Fondazione ma anche del futuro assessore allo sport perché l’attuale Mirabello ha una gestione troppo parziale, mentre le esigenze sono in aumento, soprattutto dopo che il Città del Tricolore è diventato di proprietà del Gruppo Mapei.

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