Gazzetta di Reggio

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LA STORIA

Nel 1913 la prima recinzione il 2 aprile del 1995 l’ultima gara

REGGIO. La zona a sud del bastione di San Pietro, dove sorge lo stadio, già da diversi secoli era denominata Mirabello, forse perché l’assenza di ostacoli offriva un bel panorama. Quando il calcio...

24 aprile 2014
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REGGIO. La zona a sud del bastione di San Pietro, dove sorge lo stadio, già da diversi secoli era denominata Mirabello, forse perché l’assenza di ostacoli offriva un bel panorama. Quando il calcio prese piede nella città, si cercarono luoghi per poterlo praticare. Cominciarono col tempo a scarseggiare i posti dentro alle mura e così si pensò di giocare nella zona denominata "Mirabello", adatta all'utilizzo come campo da calcio. Già il 24 aprile 1910, anche se non esisteva altro che il prato, il sito dello stadio venne utilizzato come campo da gioco per la partita tra la Robur et Virtus e la Studentesca di Modena. Nel 1913 venne costruita la prima recinzione in legno, anche se è solo nel 1919 che il Mirabello, con la nascita della Reggiana, diventa un vero e proprio stadio, circondato da un muro di due metri e quattro entrate, con la costruzione di gradinate e di una tribuna in legno, coperta due anni più tardi. A costruire l'impianto furono i prigionieri di guerra austroungarici poiché il terreno su cui andava sorgendo il Mirabello era di proprietà del Ministero della Guerra.

Col tempo lo stadio divenne parte integrante della città, ma fino alla seconda guerra mondiale esso si trovava ancora al margine tra la città e la campagna. Tuttavia col boom economico il Mirabello venne circondato dai palazzi popolari che ancora oggi lo circondano. Ci furono alcuni problemi durante gli anni, come la "carbonella", termine usato per definire la mancanza di erba nel campo, o le gradinate in tubolari e legno che durarono fino all'inizio degli anni '80, quando la Reggiana tornò in Serie B e vennero costruite curve e tribune più stabili. Venne poi effettuato, nel 1988 l'intervento allo stadio più discusso a causa della inadeguatezza della sua posizione, ovvero la costruzione della tribuna Everest. Si rivelò in parte una mossa azzeccata, dato che solo cinque anni dopo, il 23 maggio 1993, Pippo Marchioro portò la Reggiana fino in Serie A.

Nel frattempo lo stadio, ormai completamente al centro della città, mostrava di essere inadeguato per ospitare una squadra in Serie A, così iniziarono i piani per la costruzione del nuovo stadio, il Giglio, esterno alla città. Il 2 aprile 1995 la Reggiana gioca la sua ultima partita nel Mirabello prima di trasferirsi nel nuovo impianto perdendo contro l'Inter.

Nelle stagioni seguenti il Brescello, militante in Serie C1, ottenne l'utilizzo del campo, fino all'anno 2001 quando venne retrocesso nelle serie minori. Dopo quell'anno il Mirabello venne parzialmente smantellato, mantenendo solo la tribuna principale. Anche la capienza fu quindi ridimensionata dai circa 17.000 posti agli attuali 4.500.

Quest’anno è stato utilizzato per gli allenamenti della Reggiana.