Gazzetta di Reggio

Sport

La Grissin Bon va all’assalto di un sogno

di Linda Pigozzi
La Grissin Bon va all’assalto di un sogno

Alle 20.30 al pala Dozza i reggiani si giocano con il Gaziantep una storica semifinale di Coppa, in campo anche Angelo Gigli

25 aprile 2014
4 MINUTI DI LETTURA





REGGIO. Sogno o ossessione? Balla tutta lì - fra il sogno di alzare il primo trofeo della storia biancorossa e l’ossessione di perdere la chance di giocarselo, questo sogno - la semifinale in programma alle 20.30 in un pala Dozza (quasi) tutto reggiano, la semifinale d’Eurochallenge con i turchi del Royal Hali Gaziantep. Squadra tosta, è verissimo, ma assolutamente alla portata della Grissin Bon. Che per la prima volta in quasi quarant’anni si trova sul punto di scrivere un capitolo inedito della propria storia e in buona parte insperato all’inizio della stagione.

Vincere la semifinale di stasera porterebbe la truppa reggiana a giocarsi la possibilità di alzare al cielo l’Eurochallenge e come primo dono porterebbe la qualificazione all’Eurocup 2014/2015. Un particolare non da poco.

Vincere la semifinale porterebbe la speranza di alzare un trofeo da dedicare a chi s’è innamorato soltanto di recente della squadra della città. Ma soprattutto da dedicare a chi c’era sin dall’inizio.

Da dedicare a chi era alto come una gamba di Bouie. Da dedicare a chi vive ancora il ricordo delle Cantine Riunite a colori vividi e non nel bianco e nero d’immagini d’archivio. Da dedicare a chi il “Professore” proprio non lo dimenticherà mai. Da dedicare a chi s’è sgolato col coro “Reale tira la bomba”. Da dedicare a chi studiava storia con la radio in sottofondo a dire che ne se ne stava prendendo 30 a Pesaro.

Da dedicare a chi, quella notte della primavera del’98, ha tirato accidenti in un’autostrada bloccata in direzione Treviso. E lì, nel palasport della Marca, in un’esaltazione collettiva mai replicata, ha visto i biancorossi scrivere la storia a lettere maiuscole e tiri ignoranti. Da dedicare a chi non è mancato una volta pure negli anni, tristi e infiniti, della Legadue.

Da dedicare a chi è stato gelato da Barlow. Da dedicare a chi ha “urlato contro il cielo” dopo il match di Ragusa e a chi l’ha fatto a Forlì, nel febbraio 2005, in un palasport che parlava reggiano.

Da dedicare a chi è rimasto dopo la caduta - dolorosissima - nel limbo della Legadue e a chi s’è visto passare sotto gli occhi l’incubo di precipitare nell’inferno del dilettantismo. E, per quella vittoria su Veroli, ha gridato e gridato e gridato ancora. Da dedicare a chi s’è esaltato per la galoppata della stagione successiva che ha riportato Reggio nel gotha della palla a spicchi. Da dedicare a chi ha perso la voce dopo gara6 dei play off con Roma dello scorso campionato.

Da dedicare ai tremila e più reggiani che oggi imboccheranno l’A1 per sbarcare al pala Dozza ed entrando nel tempio bolognese in cui ci ha perso un innumerevole numero di battaglie, s’emozionerà nel vederlo bianco e rosso.

A scrivere quel capitolo nuovo potrebbe essere Max Menetti, uno che è stato covato e svezzato in seno al club reggiano. Che ha puntato su di lui, come ai tempi fece sull’ad Dalla Salda e più recentemente sul ds Frosini, perché sotto gli archi di Calatrava non si lanciano soltanto buoni giocatori ma pure tecnici e dirigenti. E alzare un trofeo, il primo della storia, sarebbe il giusto riconoscimento ad anni e anni di fatiche, di sforzi economici del patron Landi e scommesse.

E per poter arrivare ad alzare quel trofeo, il primo step è asfaltare i turchi di Zdovc. In questa sfida sarà fuori Della Valle (la Fiba impedisce tesseramenti a questo punto della stagione), ma sarà dentro Gigli. Un rientro che il lungo romano, ai box per tre settimane per un guaio muscolare, ha voluto con ostinazione. «Ha lavorato 20 ore al giorno per tornare in tempo» ha rivelato alla vigilia il coach Max Menetti.

La Grissin Bon potrà quindi contare sulla presenza in area di Gigli, sulla regia di Andrea Cinciarini (che voci di spogliatoio danno carico e determinatissimo), sul killer Rimas Kaukenas, sull’esplosiva fisicità di James White e sul talento cristallino di Ojars Silins che sarà osservato da vicino da una nutrita schiera di scout Nba. Ma anche sulle invenzioni di Troy Bell, sulle bombe sganciate da Michele Antonutti (capitano e collante fondamentale del team), sui possibili exploit dei giovani lunghi Riccardo Cervi e Giovanni Pini, sui muscoli di Greg Brunner e pure sugli outsider Matteo Frassineti e Ariel Filloy.

E sugli oltre tremila reggiani cui dedicare un sogno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA