Gazzetta di Reggio

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«Abbiamo scritto la storia un’emozione irripetibile»

«Abbiamo scritto la storia un’emozione irripetibile»

Miccio: «Reggio ha perso un’occasione ma il Pala Dozza è tutto biancorosso»

26 aprile 2014
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BOLOGNA. Cinque secondi di silenzio. Nei cinque secondi di niente che hanno preceduto l'ingresso della Grissin Bon tutta la Reggio cestistica si è guardata in faccia, si è stretta a sé e poi è esplosa all'unisono quando la prima maglia biancorossa è entrata sul parquet del Madison per il riscaldamento, per un'emozione che forse solo quelli che erano presenti possono davvero comprendere. Ieri a Bologna si è fatta la storia della Pallacanestro Reggiana e, in piccola parte, anche del basket italiano. Una di quelle giornate che i tantissimi reggiani presenti racconteranno ai figli e ai nipoti, in cui un volto, un'espressione, il rumore della retina che si muove restano come fotografie indelebili nella memoria e vengono tramandate come preziose memorie familiari.

Giornata storica. Il viaggio, lo stupore nel vedere così tanti amici e tifosi, l'attesa, l'ansia, le emozioni della Final Four sono già là, a fianco dei canestri di Mitchell, delle giocate ignoranti di Basile e della grinta di capitan Garris a Forlì. Sì, perché al di là dei sessanta chilometri e passa che separano il pala Bigi dall'impianto di piazzale Azzarita, della storia che trasuda da ogni pietra e dalle tante immagini dei campioni con la maglia dell'aquila, anche Reggio ieri ha vissuto una delle sue notti magiche.

La coreografia. Migliaia di bandierine, bianche al centro, rosse ai due lati della Curva Calori, e poi un urlo senza parole, come una valanga di adrenalina e affetto si è riversata sui giocatori. Così la curva reggiana ha salutato i propri ragazzi al loro ingresso in campo. Poi, alla presentazione delle squadre, la bomba del tifo biancorosso è deflagrata di nuovo e una gigantografia della coppa, fatta fare appositamente su tela dai tifosi, è scesa a ricoprire la curva Calori. A contornare la coppa due invocazioni: "Tutti insieme la possiamo alzare" e "Dai Reggio, facci sognare".

L'esodo biancorosso. C'è chi rimpiange i vecchi ma familiari muri del pala Bigi e chi subisce il fascino avvolgente dell'atmosfera del pala Dozza, per una giornata straripante di biancorosso. «Che onore guidare qui più di tremila reggiani - racconta con trasporto Miccio uno dei capi del tifo biancorosso - al di là del risultato, questa sarebbe stata una giornata di grande festa per tutti i nostri tifosi e per la società. È vero che la città di Reggio ha perso un'occasione per queste finali, così come negli scorsi anni ne ha perse diverse con lo stadio. Ma pensiamo a vivere questa emozione fino in fondo, è una giornata storica, bisogna fare festa».

«È veramente un campo stupendo - afferma il giovane reggiano Luca Marani - vederlo pieno di bandiere e tifosi biancorossi è una grande soddisfazione, anche se allo stesso tempo c'è un po' di rimpianto per non poter vivere una giornata così nel nostro impianto a Reggio». Tra i tanti sostenitori che hanno colorato il Pala Dozza ieri c'erano anche molte famiglie. «Quanto è grande questo palazzetto - esclama con stupore il piccolo Alberto, 9 anni, di Reggio, accompagnato a Bologna dai genitori - Anche se non siamo al pala Bigi mi piace, perché ci sono tantissimi reggiani».

Daniele Valisena