Gazzetta di Reggio

Sport

«L’errore sarebbe giocare per il pari»

«L’errore sarebbe giocare per il pari»

Correggese: Stefano Berni pensa alla gara-spareggio con la Lucchese

29 aprile 2014
3 MINUTI DI LETTURA





CORREGGIO. Fra i tanti giovani interessanti e talentuosi che la Correggese sta mettendo in evidenza c'è anche Stefano Berni.

Arrivato a luglio dalla Reggiana alla corte di mister Massimo Bagatti si è rivelato un giocatore importante e, in alcuni frangenti, anche determinante. Domenica scorsa nella partita contro la Massese ha iniziato come terzino e terminato la sfida come trequartista mostrandosi ancora una volta un giocatore versatile e poliedrico. Dal suo arrivo a Correggio è inizialmente stato schierato come attaccante vicino al bomber Luppi per poi rivelarsi uno dei migliori terzini della categoria.

«Mi trovo bene – spiega Berni – nel ruolo di terzino, mi piace. Prima di quest'anno l'avevo provato alcune volte ma non con costanza e devo ammettere che mi trovo a mio agio come esterno di difesa».

Peccato aver saltato diverse partite.

«Purtroppo ho avuto un problema ai tendini rotulei di un ginocchio che hanno infiammato anche l'osso. Ma grazie agli allenamenti differenziati di Paolo Tintorri e di mister Bagatti sono in via di guarigione tant'è che ho giocato senza problemi tutta la partita di Massa».

A chi si ispira quando gioca?

«A Martin Caceres il difensore centrale o terzino destro della Juventus. Mi sta simpatico come personaggio e mi piace molto l'impegno che mette in campo».

Adesso vi aspetta la Lucchese: la partita della vita.

«Noi ci auguriamo innanzitutto di giocarla al Borelli poi sappiamo che la sfida sarà difficile, molto difficile».

Partirete con il vantaggio di due punti, dunque basterebbe un pareggio.

«Sì, avremo un vantaggio ma solo sulla carta. In campo dovremo vincere, bisognerà assolutamente giocare per vincere e non certo per pareggiare. Non siamo la squadra che aspetta l'avversario e si chiude dietro ma una squadra che gioca e che cerca di fare gol. Faremo come abbiamo sempre fatto dando tutto in campo senza riserve».

Cosa la preoccupa della Lucchese?

«Tutto. E’ una squadra forte in tutti i reparti con giocatori importanti che hanno parecchia esperienza e verranno a Correggio per vincere. Dovremo cercare di essere più bravi di loro».

Che strano il destino, la Lucchese proprio all'ultima partita …

«Ad inizio stagione non mi sarei mai aspettato un finale di questo tipo. Anzi. Il nostro obiettivo era la salvezza e non certo la vittoria del campionato. Quando abbiamo visto il calendario non ci abbiamo pensato a questo. Ma ora è veramente bizzarro. Due squadre che si giocano una stagione in una partita».

Quando avete trovato la consapevolezza che potevate veramente giocarvela fino in fondo?

«Al termine del girone di andata. Eravamo ancora primi e avevamo battuto anche la Lucchese. Da lì è arrivata la consapevolezza di poter fare qualcosa di grande e di poter arrivare fino in fondo fra le prime. Ci siamo tutti impegnati la massimo fino a che la consapevolezza è diventata realtà».

Come state vivendo l'arrivo del 4 maggio?

«Bene. C'è tensione ma non troppa. Siamo consapevoli che ci stiamo giocando un campionato e che abbiamo fatto un percorso che non si dimenticherà tanto facilmente».

Lei cosa ricorderà?

«Ricorderò un'annata spettacolare sia come gruppo, tifosi, società e rimarrà un ricordo indelebile. Me lo porterò dietro negli anni a venire. E' stata un'annata importante per tutti e anche se non è ancora terminata ha cambiato la vita a tutti».

Cosa vuole fare da grande?

«Finché posso cercherò di giocare a calcio ma non è il mio primo obiettivo. Sto frequentando il secondo anno di Ingegneria gestionale e vorrei laurearmi per poter poi lavorare come ingegnere gestionale. Il calcio è una passione che coltivo fin da piccolo ma è sempre uno sport e non lo si può fare per tutta la vita».

Mara Bianchini