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L’impresa di Tessarin vicino alle 150 vittorie

di Wainer Magnani
L’impresa di Tessarin vicino alle 150 vittorie

Il fantino povigliese: «Sabato ho festeggiato i 137 Gran Premi vinti in 7 anni Tra due anni prenderò il patentino da allenatore e scenderò da cavallo»

20 maggio 2014
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POVIGLIO. Ormai i suoi allori non si contano più tanto che ora Cesare Tessarin si è posto l’obiettivo di festeggiare le 150 vittorie nei Gran Premi. «Sabato ho festeggiato il 137esimo successo – rimarca Tessarin, il fantino povigliese che vive in Germania – vincendo il Gran Premio di Dresdena».

L’obiettivo delle 150 vittorie è dietro l’angolo?

«Non è mai facile vincere, la scorsa settimana, ad esempio, sono arrivato terzo ad Hannover davanti a dodicimila spettatori. E’ stata, comunque, una bella sensazione».

Il sogno nel cassetto è sempre quello di fare l’allenatore?

«Ho iniziato la scuola per allenatore. Uno stage specialistico con corsi ogni due o tre mesi e alla fine c’è un esame che ti qualifica come allenatore».

Ha deciso di scendere da cavallo?

«Quando avrò il patentino da allenatore lascerò le corse perché, come nel calcio, non si possono fare bene entrambe le cose».

Quando avverrà il suo addio alla corse?

«C’è ancora tempo, perché prima di ottenere il tesserino da allenatore passeranno ancora uno o due anni».

Si è già calato nell’idea di smettere?

«Fa parte del percorso naturale della vita anche se prima ci terrei a tagliare il traguardo delle 150 vittorie».

Possibile?

«Onestamente credo di sì. In sei o sette anni da fantino ho vinto 137 gran premi, per cui è possibile che nel volgere di un anno posso anche superare il tetto dei 150 gran premi vinti».

In Germania è un esempio per i più giovani?

«Sono in buona compagnia, perché ci sono tanti ragazzi giovani che si fanno rispettare. E poi il merito non è solo mio ma anche dei cavalli che la scuderia mi mette a disposizione».

E’ seguito?

«Ad Hannover c’erano 12 mila spettatori. Io ho un libro dei risultati delle corse e in una del 1999 c’è una foto di una mia vittoria con una tribuna piena di 40 mila spettatori. Vincere quella gara è stata una cosa eccezionale».

E la stampa?

«C’è un giornale specializzato che parla spesso delle mie imprese e poi ci sono i quotidiani locali. Certo, il calcio predominante».

Tifa Bayern Monaco o Borussia Dussendorf?

«No, solo Inter, tutto il resto non conta. Sono interista fin da bambino e non cambierà mai.

Ha in programma di convolare a nozze con Janne Tressel?

«Non abbiamo ancora fissato una data ma siamo di questa idea».

Tornerà in Italia?

«A giugno tonerò a Poviglio per trovare mia madre».

Ci sono italiani nella sua scuderia?

«Sono tanti i ragazzi italiani che si stanno distinguendo come Daniele Porcu che ha 33 anni, è nato a Moma ma è sardo. Gareggia con me anche Michele Cadettu, un altro fantino che in Italia è famoso perché da bambino ha fatto l’attore nella serie “un medico in famiglia”. E poi ci sono altri fantini italiani che gareggiano in Inghilterra e che ogni tanto vengono in Germania a competere».

E da italiano emigrato in Germania?

«Quando vado a gareggiare a Monaco incontro tanti italiani che sono orgogliosi della nostra nazionalità ed esultano quando mi vedono vincere».

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