Prandelli a Cassano «Da parte l’ego o saranno problemi»
Il ct della Nazionale: «Ultima grande chance per Antonio Rossi è un talento, può recuperare per il Mondiale»
FIRENZE. «Spero di avere molti dubbi fino all'ultimo». Il casting azzurro per i 23 posti del Mondiale è appena aperto e Cesare Prandelli conferma di non voler dare punti fermi a nessuno. A cominciare dall'attacco. Un'idea sulla lista definitiva ammette di «poterla anche avere», e dalle parole del primo giorno di raduno traspare: ma se tutto resterà in sospeso almeno fino a Italia-Irlanda del 31 maggio, non è solo per la congenita tendenza del tecnico a prendere in esame tutte le varianti e sfruttare fino all'ultimo istante per la decisione definitiva. Balotelli a parte, nessuno svetta così tanto da non obbligare a tenere in considerazione ogni opzione.
Una cosa però è certa: se Cassano sarà, dovrà accettare di non essere più centro di gravità permanente della nazionale, titolare fisso e capace dei 90' come fu a Euro 2012. «Le incomprensioni del passato sono già risolte», ebbe a dire Prandelli qualche settimana fa, quando le porte della nazionale si erano riaperte per il talento del Parma. E il riferimento era proprio alle reazioni non gradite, nel ritiro di Cracovia, a possibili panchine. Ora Cassano è diventato l'uomo della mezz'ora, serve dunque un discorso chiaro: «Dei grandi talenti, tutti voi ricordate la giocata, non i 90': in un Mondiale per atleti, al caldo brasiliano, possono bastare cinque o venti minuti per lasciare il segno. Se metteremo al centro di tutto il noi invece dell’io, - è l'avviso - avremo qualcosa in più degli altri da dare. Altrimenti, se al centro ci sarà l'io e me ne renderò conto, saranno problemi».
Lo staff azzurro è certo che in questi 10 giorni Fantantonio righerà diritto. Perché, come dice il ct, «si è rimesso in gioco, ha azzerato tutto e sa che questa è la sua ultima grande occasione internazionale»; e c'è Rossi col fiato sul collo. «È un talento di straordinaria qualità, uno dei più interessanti dell'intero panorama italiano - l'elogio di Prandelli -. Non voglio mettergli pressione, comunque vada avrà vinto tutto quello che c'era da vincere: ma col suo talento, la predisposizione al sacrificio per recuperare in tempo dall'infortunio è un insegnamento per tutta la squadra. Ora però deve recuperare la condizione».
Messa così, Rossi o Cassano. Messa così, a oggi Balotelli, Cerci, Cassano, Destro e Immobile sono dentro. E se Rossi rimonterà, Prandelli sarà costretto a bilanciare i ruoli. All’idea del centravanti ha già rinunciato («lasciati a casa Gilardino e Toni, vuol dire che pensiamo di giocare in modo diverso»), eppure nell'unico 9 puro del gruppo, Destro, continua a credere. Così come nella forza dirompente di Immobile. In definitiva, il ragionamento di Prandelli, all'esperienza di giocatori navigati ha già rinunciato, e «nè qui nè a casa ci sono molti che hanno giocato una finale Champions ultimamente...»: meglio privilegiare l'aspetto atletico e l'entusiasmo. Insomma, ancora un rebus.