Gazzetta di Reggio

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«Siamo stati innovatori e la serie A è una festa»

di Wainer Magnani
«Siamo stati innovatori e la serie A è una festa»

Il questore Domenico Savi: «Abbiamo fatto un grande lavoro di squadra anticipando i tempi, il Ministero degli Interni ha recepito la nostra esperienza»

23 maggio 2014
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REGGIO. La Reggio sportiva è riuscita nell’intento di far vivere il campionato di serie A come una festa che si ripete ogni quindici giorni. Un fiore all’occhiello per tanti protagonisti ma soprattutto per il questore Domenico Savi che ha visto le sue innovazioni e una filosofia di “normalizzazione” dell’evento essere adottate dal Ministero dell’interno, illustrate in un apposito fascicolo “nuove misure per la sicurezza e la partecipazione alle manifestazioni sportive”.

Dottor Savi, cosa la rende più orgoglioso?

«Cito un dato che abbiamo potuto registrare: per le trasferte a Reggio le tifoserie ospiti hanno raddoppiato o triplicato la loro presenza. Il che significa che sapevano di trovare una città accogliente, uno stadio comodo e sicuro».

E’ stata premiata la sua filosofia gestionale dell’evento?

«Non nascondo che all’inizio la macchina organizzativa ha pagato qualche scotto ma poi c’è stata perfetta sintonia con il Sassuolo e con le varie forze in campo abbiamo fatto “squadra” vincendo questa sfida».

Una squadra complessa?

«In questa logica mi sento di ringraziare la Polizia Municipale che è sempre stata presente, solerte e anche elastica; non dimentico la preziosa collaborazione di Monica Torreggiani: un costante punto di riferimento che ha rasentato la perfezione. E poi se permette: i nostri uomini, con il vicario Cesare Capocasa sempre presente ad ogni partita e Antonio Stavale che ha assunto tre ruoli in uno: dirigente del Gos, capo gabinetto e direttore sul campo. Da ultimo ma solo per citazione, il Ministero degli interni che ha appoggiato tutte le nostre richieste».

Aggiungiamo un dato: la media spettatori al Mapei Stadium è stata di 13mila tifosi.

«Una media che pone Reggio appena al di sotto delle realtà metropolitane, anche se i fatti di Roma ci hanno fatto tornare a ritroso nel tempo e fatto capire che c’è ancora molto da fare».

Più in termini di mentalità che di organizzazione.

«Devo registrare un grande impegno da parte di tutti e un nostro impegno, anche meticoloso e maniacale, nel prendere in esame ogni partita. Abbiamo esaminato dati, messo a confronto altri incontri per essere preparati a tutto».

Una prevenzione che ha funzionato ma soprattutto è stata vincente l’idea di considerare i tifosi dei turisti del calcio.

«A tale proposito mi ha stupito vedere tanti genoani in giro per Reggio e allo stadio. Ne aspettavamo quattrocento, sono arrivati in più di mille».

C’era il timore di qualche problema ai Petali.

«Da parte nostra c’è sempre stata una attenta vigilanza ma allo stesso tempo abbiamo cercato di rendere fruibile il centro commerciale e credo che questo approccio abbia pagato perché offrire sicurezza e servizi di ristorazione è servito per rendere accogliente l’evento. Non abbiamo registrato nessun problema, ponendo ovviamente molta attenzione e rigore al controllo».

Ha anticipato i tempi?

«Ciò che abbiamo sperimentato è stato recepito dal Ministero, come la vendita di biglietti ai tifosi ospiti anche la domenica mattina oppure di favorire l’afflusso degli ospiti in un settore e anche quello di mettere a disposizione anche altri settori pregiati. Possiamo dire di essere stati un esempio».

Le partite di cartello con Milan, Inter, Juve, Roma e Napoli sono state uno spot positivo per il calcio.

«Una festa della gente e di questo va dato merito ai tifosi del Sassuolo ma anche a chi è arrivato al Mapei Stadium con lo spirito di godersi una partita di calcio. Detto questo, però, non abbiamo trascurato l’aspetto della repressione nei confronti di chi ha violato le regole con diversi Daspo ma non abbiamo ghettizzato la tifoseria ospite, anzi».

Non è stato tutto rose e fiori, perché alcuni inconvenienti sono emersi come le file ai tornelli.

«Ci sono state delle criticità dovute al funzionamento dei tornelli, soprattutto quelli di prima generazione».

L’uso dei palmari è una scelta d’emergenza ma saggia.

«Servono per decongestionare il flusso ma offrono ugualmente il servizio di controllo».

Dove si dovrà migliorare?

«Sono tre i punti critici: la vendita dei ticket, un’adeguata videosorveglianza e steward sempre più efficaci».

Le sembrerà strano ma a Reggio si sono potuti acquistare biglietti al prezzo della prevendita o della biglietteria.

«In accordo col Sassuolo abbiamo calibrato il numero di biglietti da cedere ai tifosi ospiti della Regione di appartenenza e a quelli residenti in altre Regioni proprio per offrire un servizio a tutti i tifosi d’Italia».

La videosorveglianza è servita, unica in Italia, a smascherare il bluff di Constant.

«E’ stato possibile grazie a una capillare indagine attraverso il nostro personale che era in quel settore. Ma in ogni caso è necessario elevare il livello strumentale della videosorveglianza nel settore distinti e ospiti».

Il trofeo Tim è stato il banco di prova?

«E’ stata una manifestazione che ci ha fatto capire tante cose, una di questa è che gli steward non possono cambiare ogni domenica ma devono essere i primi a conoscere la struttura sportiva e a indirizzare i tifosi».

Si deve fare qualcosa anche per i prefiltraggi?

«A volte creare un’ulteriore area di filtraggio complica le cose. So che nei distinti si possono formare code ma è un discorso più legato ai tornelli che al prefiltraggio».

Come si possono evitare le code?

«Migliorando l’organizzazione a partire dall’emissione di ticket, per arrivare ai tornelli».

Se non altro il famoso “muro” che separava la Sud con i distinti è stato abbattuto.

«Abbiamo aperto quel cancello perché la fluidità degli accessi è un vantaggio».

Il Mapei Stadium potrà aumentare l’attuale capienza?

«Non dipende da noi ma dal parere della commissione di vigilanza».

Una stagione quasi perfetta con la ciliegina sulla torta: la salvezza del Sassuolo.

«Sono particolarmente felice che Reggio possa ancora assaporare la serie A. Lo meritano la città, gli sportivi e il Sassuolo. Vorrei anche rivedere una Reggiana in grado di rialzare la testa».