«Commesse ingenuità clamorose»
Cinciarini punta il dito sulle rotazioni difensive. Bell: «Non sono meglio di noi»
SIENA. «Siena ha giocato bene, hanno un buon collettivo ma non sono meglio di noi. Potevamo andare in semifinale vincendo gara 4 ed evitando questa bolgia”. In queste parole di Troy Bell si racchiude molto del pensiero dello spogliatoio biancorosso. In tutti i giocatori c’era la convinzione di poter raggiungere il prossimo turno e prendersi la rivincita con Roma. «E’ frustrante – continua la guardia americana – perché il nostro potenziale era più alto di quello che abbiamo fatto vedere. Siamo anche stati penalizzati da qualche episodio e alla fine è passata Siena». Sugli ultimi febbrili minuti aggiunge che «non si giudica una gara solo dall’ultimo minuto. Ci sono stati errori in difesa durante tutta la partita e anche in attacco. Non dovevamo arrivare così staccati nel finale». Poi un commento sui meriti degli avversari: «Sono stati bravi a muovere la palla e a punirci ad ogni errore che commettevamo».
Sulla stessa onda Andrea Cinciarini che davvero ci credeva: «E’ stata una guerra, una serie durissima con contatti duri, falli non fischiati e giocate da campione. Abbiamo dato tutto, a due minuti dal termine siamo arrivati per due volte a -2 poi Viggiano ci ha affossati». La delusione è davvero tanta: «E’ dura da accettare, sono veramente incavolato nero. Potevamo fare il colpaccio, ci credevo, credevo nei miei compagni». C’è rimpianto per la gara persa a Reggio: «Davvero un peccato. Abbiamo fatto lo stesso errore dello scorso anno contro Roma perdendo gara 4. Potevamo evitare di giocarci tutto in questa bolgia. Giocare in queste condizioni vi giuro che non è facile. Non riuscivamo nemmeno a fare i time out. Ci tenevo davvero ad andare in semifinale per poterci vendicare con Roma».
Sui tanti tiri smarcati di Siena l’analisi di Cinciarini è questa: «Gli errori sulle rotazioni hanno pesato davvero tanto. Soprattutto nel secondo quarto. Se non sei concentrato per 40 minuti in partite del genere Siena ti punisce senza pietà. Abbiamo commesso delle ingenuità a volte clamorose. Ognuno di noi, indipendentemente dal minutaggio, doveva essere cosciente di dover dare il massimo senza concedere nulla».
Riccardo Bellelli