Gazzetta di Reggio

Sport

«Spero proprio che la Reggiana abbia dei piani più ambiziosi»

«Spero proprio che la Reggiana abbia dei piani più ambiziosi»

Calcio, l’esperto difensore De Giosa analizza la stagione passata e ha un auspicio per la prossima «Ho saputo della Notte Granata, è la conferma del grande attaccamento per questa maglia»

29 maggio 2014
4 MINUTI DI LETTURA





REGGIO. C'è chi lo considera il primo grande acquisto della prossima stagione potendo contare su di lui da luglio. Di sicuro il difensore centrale Roberto De Giosa ha dimostrato tutto il suo carisma appena sbarcato a Reggio ed è anche per merito suo se la Reggiana era tornata in corsa per i play off, quando tutto sembrava ormai tramontato, registrando tutto il reparto arretrato e dandogli maggiore sicurezza.

Come ha fatto a diventare in breve tempo un leader di questa squadra?

«Mi sono messo a disposizione degli altri. Loro mi hanno aiutato ad inserirmi facendomi sentire subito importante, qualcuno lo conoscevo già per averci giocato contro e forse, proprio per questo, tutti si erano già fatti un'idea di me».

Si sente di tranquillizzare tutti che vestirà ancora granata l'anno prossimo?

«Ho un contratto da rispettare e rimarrò, sperando che stavolta ci siano altri tipi di programmi».

I quattro mesi a Reggio non le hanno dato grandi soddisfazioni.

«Abbiamo provato a rimontare posizioni fino al pareggio col Pavia che ci ha tagliato le gambe. Se devo fare un'analisi sincera la squadra aveva dei limiti evidenti a tutti ma non abbiamo mai mollato, cercando di imporre il nostro gioco fino all'ultima giornata e questo ci deve fare onore».

Poi è saltata la passerella col Milan…

«Abbiamo continuato gli allenamenti perché sapevamo di questa possibilità ma l'amichevole non c'è stata e ci hanno lasciati liberi. Magari ne riparleremo al rientro».

Dalla Puglia si tiene in contatto sugli sviluppi delle vicende societarie?

«Mi tengo informato leggendo qua e là su internet ma al momento so che non si è deciso ancora niente per il futuro».

Ha letto anche delle iniziative dei tifosi?

«Ho saputo della "Notte granata" che stanno organizzando per il 31 maggio a dimostrazione dell'attaccamento che hanno per questa maglia».

Voi cosa potreste fare per loro?

«Il vero problema sono i risultati perché a Reggio sono tutti stanchi di questa categoria ma se non ci sono basi solide per costruire qualcosa di importante sarà difficile ricucire subito lo strappo con la tifoseria».

A giorni la società inizierà a programmare la prossima stagione. Pensa che possa chiedere il parere a giocatori esperti come lei?

«Mi sembra ci sia gente capace di fare calcio ed è loro il compito di allestire una squadra competitiva. Certo, io avrei qualche nome da fare ma se decidono di puntare nuovamente sui giovani non saprei cosa dire perché non li seguo. Ma in genere è difficile che vengono chieste a noi giocatori queste cose».

Si è definito subito "uomo di categoria", tra gli altri senatori granata vede qualcuno con le stesse caratteristiche?

«Ho sempre detto che un giocatore di LegaPro può giocare in serie superiori, magari non ad altissimi livelli, mentre uno che viene dalla serie A fa fatica a calarsi in questa categoria: ci sono movimenti e ritmi diversi, pressing asfissiante e giovani poco conosciuti da contrastare. Ecco perché squadre come Benevento o Cremonese, pur spendendo molto e prendendo calciatori forti, alla fine faticano ad arrivare ai risultati programmati».

Recentemente Bellucci ha scagionato la difesa e puntato il dito sulla sterilità in attacco, concorda?

«Non pienamente. E' vero che la squadra faticava a fare gol ma se dietro non concedi nulla agli avversari puoi fare tanti 0-0 che muovono la classifica. Qua c'erano troppi giovani soprattutto in difesa mentre ci volevano due giocatori esperti in mezzo e magari i ragazzini al fianco che, gara dopo gara, sarebbero cresciuti».

Si è sempre trovato concorde con le scelte dei due tecnici che si sono succeduti?

«Credo si sia fatto il massimo con la nostra rosa perché mancava principalmente di qualità nelle giocate di fantasia. Prendi un De Silvestro: grandi qualità e giovane di prospettiva, ma non ti fa mai il numero che fa la differenza perché è troppo innamorato del pallone; nonostante, a più riprese, sia stato avvisato di cambiare modo di giocare. Non riesco a vedere quali alternative potevano esserci».

In attesa di capire quali saranno i suoi nuovi compagni si sente pronto a garantire qualche rete anche lei dopo essersi sbloccato a Vicenza?

«E' sempre bello segnare e di gol ne ho fatti parecchi in carriera quindi l'anomalia era non riuscire a trovarlo».

Segue ancora i suoi ex compagni del Latina, ad un passo dalla serie A?

«Li ho visti pure a Cesena e sono contento per quella società, arrivata da poco al professionismo sta lottando in sfere così alte».

Si è pentito di avere abbandonato... la nave?

«Pentito no perché durante le feste natalizie mi hanno chiamato dicendomi che ero sul mercato. Ero in scadenza di contratto e venivo da un infortunio, ovvio che dovevo cercare una nuova sistemazione e poi volevo provare un'esperienza con una squadra del Mord e questo mi ha fatto preferire Reggio ad altre piazze».

Perché Reggio, con tanta storia calcistica alle spalle, non riesce ancora ad emulare la "piccola" Latina?

«Là è iniziata una buona programmazione grazie a possibilità economiche importanti; poi, fatto il salto di categoria, non hanno smantellato la squadra ed a gennaio si sono addirittura rinforzati. Ci vuole sempre coraggio quando si fanno certe scelte perché il rischio di non centrare l'obiettivo va preso in considerazione; infine, ma non meno importante, ci vuole un po' di fortuna nei momenti che serve».

Juri Panciroli