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«Un’Italia da quarti che può stupire»

«Un’Italia da quarti che può stupire»

Mondiali. Buffon crede nel passaggio dei primi turni «Dopo Brasile, Argentina, Germania e Spagna ci siamo noi»

29 maggio 2014
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FIRENZE. Allenamento pomeridiano per l'Italia a Coverciano in preparazione al Mondiale. Prandelli ha fatto provare vari moduli nelle esercitazioni tattiche, soprattutto col 4-4-2 schierando in particolare questa squadra: Abate, Barzagli, Chiellini, De Sciglio, Parolo, De Rossi, Pirlo, Marchisio, Cassano e Balotelli. Nella partitella a ranghi misti, invece, Prandelli ha schierato una difesa con Abate, Barzagli Bonucci e Chiellini, un centrocampo a rombo con Pirlo, Candreva, De Rossi e Montolivo vertice alto e con Cerci e Destro in attacco. Anche per oggi a Coverciano sono previsti due allenamenti, uno al mattino e l'altro al pomeriggio.

Un'outsider ma di lusso, una squadra al di sotto di Argentina, Brasile, Germania e Spagna però «matura, equilibrata, consapevole dei propri limiti e delle proprie certezze, insomma affidabile». Parla così dell'Italia Gigi Buffon al quinto Mondiale in carriera e già campione del Mondo nel 2006. Dunque una garanzia. «Non me la sento di dire che siamo da finale, come ha sostenuto Prandelli. Però ci stiamo preparando per cercare di stupire il più possibile - assicura il capitano azzurro - Siamo capaci di vincere quando va fatto e di sorprendere nelle gare quando non si è favoriti. Bisogna ammettere che Argentina, Brasile, Germania e Spagna sono un mezzo gradino sopra poi però ci siamo noi, la Francia di cui si parla poco ma un grande potenziale, il Belgio e almeno una squadra africana». Non nomina l'Inghilterra e l'Uruguay, segno che per lui l'Italia è favorita nel proprio girone: «Al momento possiamo pensare di spingerci un pò più in là, l'Inghilterra è rivoluzionata e piena di incognite, l'Uruguay in effetti è affidabile come noi e l'Olanda. Le mie previsioni? Dai quarti in su sarebbe un buon Mondiale. Anche se ovviamente non ci si accontenta mai nè personalmente mi sento appagato. Ho vinto tre scudetti di fila ma non ancora la Champions, però il Mondiale è diverso da tutto, la Champions la si può giocare ogni anno, dura tutta la stagione ed è più legata al club, l'altro arriva ogni quattro anni e può dare spazio anche agli outsider. Vincerlo è il massimo successo per un giocatore, per quel che rappresenta per la carriera e perchè fa sentire paladini di una nazione».

Avverte un clima bello: «Questo gruppo mi sta colpendo per dedizione, serenità e costanza con cui sta lavorando, si capisce che ha precisi obiettivi in testa. Credetemi, non si riscontra sempre, mi auguro che questo senso di responsabilità sia foriero di grandi risultati. Come vedo da capitano Balotelli, Rossi e Cassano? Bene, vogliosi di fare il massimo per la causa e non avere rimpianti». È felice delle riconferme di Conte e Prandelli: «Quando si arriva da anni di grandi risultati ogni giocatore confida di continuare con certi progetti, conscio di non aver sparato tutte le cartucce». Quanto al fatto che la nazionale possa riscattare i problemi del calcio italiano Buffon sospira: «Sarebbe una grande responsabilità, la speranza è essere uno spot positivo ma il discorso è più complesso».