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Diener è entusiasta: «Vi spiego perché ho detto sì a Reggio»

 Diener è entusiasta: «Vi spiego perché ho detto sì a Reggio»

Il miglior giocatore dello scorso campionato confessa «Scelta di vita con la famiglia, grandi ambizioni del club»

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REGGIO EMILIA. «Ho scelto Reggio perché è una società solida, ha un progetto, mi ha voluto fortemente e mi offre una grande sfida».

IL KILLER DEL WISCONSIN. Dalla riva del lago Winnebago, nella sua Fond du Lac, Drake Diener lancia il suo primo messaggio ai tifosi biancorossi e spiega le ragioni che lo hanno portato a Reggio, dove giocherà per i prossimi due anni. Il miglior giocatore dello scorso campionato sta ricaricando le pile nella tranquillità della sua piccola città natale: si tiene in forma dividendosi tra palestra, campo da basket, il golf, la moglie Gini e i due figli Louis e June. «Sono entusiasta, si prospetta per me una nuova sfida e sarà grandioso ripartire da Reggio tanti traguardi».

L’AMORE PER L’ITALIA. Per l'americano sarà la nona stagione italiana: qui ha speso tutta la carriera da professionista dopo il college alla De Paul University. «In Italia si vive magnificamente, anche la mia famiglia si è sempre trovata benissimo e la qualità della vita fa veramente la differenza. Le ultime tre stagioni a Sassari sono state qualcosa di magico, ma io e la mia famiglia eravamo pronti per un’avventura, in una nuova zona».

CADUTA E RISALITA. Dal Fond du Lac a Reggio la strada è stata lunga e costellata di numerosi ostacoli: dopo i successi universitari, Diener è stato operato due volte e nel 2005 è stato costretto a un anno di stop dopo che gli era stato diagnosticato il morbo di Crohn. In mezzo, il rilancio a Castelletto Ticino e Capo d'Orlando, le Final Four di Eurolega con Siena nel 2008 e la buona annata ad Avellino, sempre nella prima coppa continentale. Poi gli anni di Teramo, altrettanti a Sassari ed il titolo di mvp.

PRIMA LA SQUADRA. Diener a Reggio troverà una squadra con un'identità già ben definita, tra veterani di qualità ed esperienza a fianco di alcuni tra i migliori giovani italiani in circolazione. «Io credo che negli sport di squadra e specialmente nel basket la chimica sia l'elemento più importante all'interno di un gruppo. I veterani sono tutti giocatori di assoluto livello e dovranno spronare i giovani con l'esempio a migliorarsi progressivamente. Proverò ad essere un leader ed un esempio per i nostri giovani insieme agli altri compagni più esperti». Drake puntualizza: «mai mi sono posto obiettivi personali. La chimica di squadra è tutto, se fai bene come singolo ma non vinci come squadra ti rimane poco o nulla, solo la gloria personale. Se invece riesci a vincere con la squadra, rimani nella storia».

L'EUROPA. Esperienza e talento per play off e le grandi sfide europee che attenderanno la Grissin Bon da ottobre. «Il livello dell'Eurocup è tosto, non a caso la chiamano "piccola Eurolega". È una grandissima opportunità per crescere e confrontarsi con alcuni tra i più grandi club continentali».

I COMPAGNI. «Con Kaukenas ho giocato a Siena. Ne ho sempre rispettato ed ammirato la grande personalità ed il modo di lavorare. È uno di quei giocatori che fanno la differenza non solo nelle partite ma anche con il lavoro settimanale. A Teramo ho giocato con Polonara, sebbene fosse molto giovane. È un gran bravo ragazzo e un giocatore molto dinamico, penso anche che abbia ancora tantissimo margine di miglioramento se lavorerà duro».

Daniele Valisena