«A Maranello sanno cosa serve per rifarsi»
L’ex pilota: «Montezemolo? È stato formidabile»
DALLA PRIMA DELL’INSERTO
Con la sua scuola, infatti, De Adamich collabora con Maranello dal 1993 (dal 1991 con Alfa Romeo, dal 1993 con Maserati e dal 2011 con Abarth) e non ha mai smesso di seguire con passione, ma anche con l’occhio critico tipico di un giornalista – sui canali Mediaset – in stile “british”, le vicende del Cavallino. In questa intervista tenta di dare delle spiegazioni alla crisi della gestione sportiva e di anticipare alcune mosse del futuro.
De Adamich, cosa sta succedendo in Ferrari?
«Il reparto corse sta attraversando un momento indiscutibilmente delicato. Ma non ci dobbiamo dimenticare che queste fasi fanno un po’ parte della storia della Formula 1 in generale. Gli alti e bassi sono sempre esistiti, per tutti. Mi viene in mente, ad esempio, la McLaren, talvolta sembrava piombata nel nulla più assoluto. Sarebbe poi ingiusto non ricordare che negli ultimi anni la Ferrari ha perso due titoli mondiali all’ultima gara».
Come valuta la decisione di Marchionne di scendere in campo direttamente assumendo la presidenza?
«Dietro all’impegno di Marchionne esiste sicuramente una strategia commerciale ben precisa, che ha a che fare con un progetto di rilancio del marchio. Succederà un po’ come avviene in Mercedes, dove la Formula 1 rappresenta soprattutto un mezzo di promozione. Sia chiaro, l’impostazione era già questa prima dell’arrivo in Ferrari di Marchionne, ma ora ritengo che verrà presto potenziata. Il numero uno Fiat, d’altronde, è uno che viene dal prodotto e non dal mondo delle corse. Saprà sicuramente affrontare con decisione e competenza le problematiche del mercato. Stanno con ogni probabilità qui le ragioni del fatto che abbia voluto assumere la presidenza della Ferrari prima dello sbarco del Gruppo alla Borsa americana, dove l’immagine del marchio, del cosiddetto “brand”, è fondamentale».
Come giudica l’era targata Montezemolo?
«Senza dubbio formidabile. Io sono stato tra i pochi (era il 1967) a sedermi per firmare un contratto davanti a lui e a Enzo Ferrari. E sempre lui, nel 1993, mi chiamò per iniziare la collaborazione con il mio “Centro internazionale di guida sicura” per l’organizzazione di corsi e altri eventi. È stato un personaggio capace di far dimenticare che ci voleva Enzo per avere una vera Ferrari».
Dopo un bilancio sportivo 2014 che si annuncia quasi disastroso, che 2015 sarà per la Ferrari in Formula 1?
«Non credo proprio che prima del termine della stagione ci siano speranze per recuperare quella competitività tale da poter lottare alla pari con la Mercedes. Penso però che occorra battagliare per essere almeno la prima inseguitrice della Mercedes, prima cioè della Red Bull. In vista dell’anno prossimo, Marchionne opererà tutte le correzioni e tutti i cambi gestionali che riterrà opportuni. Non potrà essere direttamente lui a imprimere la svolta, ma da lui arriveranno certamente gli stimoli giusti, compresi gli investimenti economici adeguati per alcune scelte organizzative di primo piano sotto il profilo del reperimento e dell’impiego delle risorse umane. Il tutto finalizzato, ovviamente, a ritornare a vincere».
Cristiano Marcacci
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